Una bruttissima storia che arriva dalla Questura Di Verona e che parte dall’autunno scorso, inizio delle indagini. Ad essere coinvolti sono 5 poliziotti, un ispettore e 4 agenti, che svolgevano servizio nel Nucleo volanti. Le accuse sono pesantissime: si parla di di tortura, lesioni aggravate, peculato, rifiuto ed omissione di atti di ufficio e falso ideologico in atto pubblico.
I 5 uomini, già agli arresti domiciliari, non sarebbero gli unici indagati (si parla di almeno altre 10 persone coinvolte) e avrebbero abusato in più occasioni della loro posizione con pestaggi senza alcun motivo durante i controlli e falsificazione dei verbali per mistificare la realtà dei fatti.
L’indagine è partita ben 8 mesi fa grazie alle intercettazioni avvenute nell’ambito di un’altra indagine in cui uno degli agenti si vantava di come aveva “sistemato” un malcapitato.
Uno degli episodi più eclatanti è stato quando un pugno è stato sferrato con così tanta violenza da fare perdere i sensi per qualche minuto alla vittima.
“Stai zitto, altrimenti entro dentro e vedi cosa ti faccio” era solo una della frase più utilizzare per minacciate le persone da loro fermate, utilizzando anche lo spray al peperoncino come ulteriore minaccia. Oltre a questo, ci sono anche pesanti accuse di razzismo e xenofobia: “I soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto, in misura pressoché esclusiva – scrive il gip, Livia Magri -, soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora, ovvero affetti da gravi dipendenze da alcol o stupefacenti, dunque soggetti particolarmente ‘deboli'”.
Dettaglio ancora più agghiacciante è l’orgoglio con cui gli agenti perpetravano i loro atteggiamenti. Dalle intercettazioni emerge la soddisfazioni di uno di loro con la sua fidanzata e di come si vantava con lei degli atti commessi: “m… che pigna che gli ho dato” (…) “ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me!”. In un’altra intercettazione diceva “gli ho fatto una presa io, gli ho calciato fuori e poi l’abbiamo portato dentro insieme, no, e vabbè gli abbiano tirato due, tre schiaffi a testa, no, ma così, giusto per…”.
La stessa Questura si è subito mobilitata per trovare i colpevoli e le indagine, viene evidenziato, non sono nate per caso, ma all’interno di un sistema che, evidentemente, “anche dall’interno consente di intercettare (e non nascondere) episodi di derive illegali”.
Sulla vicenda è intervenuto il capo della Polizia Vittorio Pisani: “Ringrazio la procura di Verona per la fiducia accordata alla Polizia nel delegare alla Squadra Mobile le indagini riguardanti gli operatori appartenenti alla stessa questura – ha detto – La levatura morale della nostra amministrazione ci consente di affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre”.
L’amaro in bocca resta, ma il modo come è stata affrontata la vicenda dimostra come le mele marce, seppur esistano ovunque, vengano allontanate senza indugi. Oltre ai poliziotti già arrestati e agli indagati, sono stati allontanati anche coloro che erano a conoscenza dei soprusi e hanno taciuto.













