Addio lavoro da casa: da metà ottobre tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, dunque anche tutti quelli che in Sardegna sono a casa dall’inizio della pandemia, dovranno tornare in ufficio. La decisione, ampiamente annunciata dal ministro Renato Brunetta nelle scorse settimane, è ora ufficiale, con il Dpcm firmato dal premier Mario Draghi che dispone il ritorno alla scrivania da giorno 15, quando sarà obbligatorio il green pass per tutti i lavoratori. Chi non ce l’ha, non avrà un euro di stipendio sin dal primo giorno. “Si apre l’era di una nuova normalità”, dice Brunetta, che spiega come arriverà a breve un decreto ministeriale per le indicazioni operative “affinché il rientro negli uffici sia rispettoso delle misure di contrasto al Covid-19 e coerente con la sostenibilità del sistema dei trasporti”.
Il Governo, nella relazione illustrativa del Dpcm, stima “sulla base dei dati regionali percentuali della popolazione vaccinata e tenendo anche in conto il 5 % dei dipendenti obbligati ma non ancora vaccinati”, che sono “circa 320mila i dipendenti pubblici” ancora non vaccinati, su un totale 3,2 milioni.
Sarà l’Aran a definire, nel prossimo mese, il nuovo contratto per il lavoro agile non emergenziale, come lo definisce Brunetta. Poi, entro il 31 gennaio 2022 ogni amministrazione dovrà redigere un Piano integrato di attività e organizzazione. “Io voglio migliorare le cose, sono molto contento se aumenta il benessere dei lavoratori ma il lavoro pubblico esiste per fornire servizi pubblici. Se dopo aver fornito il servizio pubblico sei anche felice bene, ma devi prima soddisfare il cliente, chi ti paga lo stipendio”.











