Spiagge sarde da aprire ai disabili, ma spesso la burocrazia vince sulla civiltà: il caso di Gonnesa

La riflessione di Claudia Zuncheddu: “Il fatto reale è il grave disagio di quel giovane che in quella spiaggia, palesemente non a misura di disabile, ha vissuto ancor più la frustrazione della sua dipendenza e l’impossibilità di godere della spiaggia e del mare in sicurezza. Questi avvenimenti sono anche il banco di prova per amministrazioni comunali e associazioni di volontariato per testare la propria efficienza nell’affrontare i temi della disabilità”


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A proposito della polemica sulla via crucis di un disabile, che già al mare non intendeva andare per non essere un peso per nessuno e chi dichiara «Consideriamo Plagemesu una cornice così accogliente e affidabile per le attività ricreative dedicate ai disabili”… ”L’edizione 2020 di Canoa e Autismo si svolgerà proprio a Plagemesu».

Il dato reale su cui riflettere è un ragazzo disabile in difficoltà, che dopo mille peripezie è stato adagiato su un telo trasformato in barella di emergenza e la buona volontà di un esperto di soccorsi, per caso nei paraggi, che si è prodigato per aiutarlo.

Il fatto reale è il grave disagio di quel giovane che in quella spiaggia, palesemente non a misura di disabile, ha vissuto ancor più la frustrazione della sua dipendenza e l’impossibilità di godere della spiaggia e del mare in sicurezza. Questi avvenimenti sono anche il banco di prova per amministrazioni comunali e associazioni di volontariato per testare la propria efficienza nell’affrontare i temi della disabilità.

La disabilità cozza spesso con la burocrazia e con le rigide ordinanze ora di questo ora di quello. A Plagemesu ci sono i quad ma i protocolli d’uso sono rigidi e il 118 non è autorizzato ad usarli per accompagnare disabili. Così pure la sedia-job non può essere utilizzata per accompagnare i disabili dal parcheggio alla spiaggia perché destinata ad altri usi. Tutto ciò in un contesto dove il cantiere non concluso negli anni, ancora oggi definito “lavori in corso” è abbandonato al degrado.

La bella spiaggia di Gonnesa e “in particolare Plagemesu, che si sarebbe distinta negli ultimi dieci anni per organizzarsi a favore della vita debole», così come qualcuno dichiara, forse vive un grande equivoco. Come purtroppo accade rischia di divenire un teatro per ostentare la disabilità più che per creare servizi e benessere al disabile.

Il problema culturale da affrontare riguarda quel solco che divide la nostra società

fra abili irresponsabili e disabili sin troppo consapevoli.

E’ su questa disparità che si continua a costruire muri di discriminazione e di ignoranza.

Intanto il 10 agosto a Plagemesu ancora una volta è fissato l’appuntamento “Al mare con il cuore”, una giornata in spiaggia dedicata alle diverse disabilità”.

Chissà se Ivan Melis, per tutti Luca, il giovane notoriamente affetto da sclerosi multipla e sempre in prima linea nelle lotte per la difesa del diritto alla Salute, troverà una ragione per partecipare con altri disabili all’evento.

Claudia Zuncheddu – Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica


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