Ogni anno in Italia 200 papà separati si suicidano. Dietro questa strage ci sono persone nella crisi psicologica ed economica dopo le separazioni coniugali. Sono oltre 300 i padri separati in grave difficoltà a Cagliari, ma circa altre 700 sono le persone che lamentano problemi economici (affitto su tutti). A Quartu sono 160. Molti ricorrono ad alloggi di fortuna, o alle auto. I più “fortunati” sono quelli che hanno a disposizione un furgone.
“La situazione nel momento in cui si apre una vicenda di crisi familiare coinvolge uomini e donne tanto dal punto di vista psicologico e quanto da quello economico”, spiega Fabrizio Belfiori, componente delle direzione amministrativa dell’associazione Mamme e papà separati Sardegna, “le ripercussioni che si hanno in queste circostanze si aggravano nella crisi per la ricerca del lavoro. E i problemi economici vanno a sommati al disagio familiare e appesantiscono le situazioni. Non c’è da meravigliarsi: perché le nostre istituzioni sono carenti dal punto di vista strutturale e non hanno gli strumenti per poter sopperire alle esigenze di cui la crisi coniugale necessita. Quando il papà deve andare via dalla casa che ha acquistato la casa con un mutuo che resta attivo e deve cercarsi un altro alloggio con ulteriori costi che si aggiungono al budget familiare, le difficoltà sono grandi, specie se il papà ha in carico i figli cui passare il mantenimento oltre a quello della moglie: ovviamente la situazione si aggrava. Noi abbiamo assistito a situazioni delicate, sia dal punto di vista psicologico che materiale. Abbiamo aiutato i papà separati, soprattutto nel primo momento quando vanno via da casa e sono costretti a trovare riparo in alloggi di fortuna. Non è raro trovare persone che vanno a dormire in macchina o in un furgone. Qualche volta le istituzioni hanno risposto ai nostri appelli, abbiamo sollecitato affinché trovassero soluzioni temporanee cercando di mettere a disposizione immobili per far fronte all’emergenza abitativa che è il primo disagio creato dalla crisi coniugale. Ma sono state risposte carenti, se non marginalmente, relativamente solo a qualche piccolo spazio. E poi c’è il discorso economico: l’assegno di mantenimento incide tantissimo come le spese per l’alloggio incidono tantissimo”.
E poi c’è arrivato iI lockdown. “Le chiusure”, aggiunge Belfiori, “hanno costretto le persone a vivere a stretto contatto in abitazioni piccole dove già persisteva uno stato di crisi della coppia e questa vicinanza ha aggravato le situazioni di conflitto, in un momento in cui neppure sarebbe stato agevole adire a un tribunale per far fronte a una separazione arrivare a una regolamentazione dei rapporti, le crisi non risolte sono emerse son venute alla luce”.