Braccio destro di Solinas per tre anni e mezzo come vicepresidente della Regione, Alessandra Zedda è uscita di scena mollando la giunta e sbattendo la porta lo scorso inverno, i rapporti con Solinas erano ormai pessimi, e ora va all’attacco del governatore sulla questione ospedali, ovvero sull’annunciato smantellamento del Brotzu e dell’Oncologico di Cagliari da far rinascere in un unico polo sanitario, e sull’accorpamento dei presidi di Iglesias e Carbonia. Un piano che, annunciato con l’assessore della Sanità Doria, vede tutti contrari, partiti di opposizione e soprattutto di maggioranza.
Solinas, però, nonostante l’assedio tira dritto: due giorni fa è stato nominato da Ares il responsabile unico dello studio di fattibilità del progetto.
“Il piano della nuova infrastrutturazione ospedaliera per tutta la Sardegna venga discusso in Consiglio Regionale. La salute, come abbiamo vissuto anche con la recente pandemia, è settore vitale e non può essere lasciata alla sola discrezione di una singola persona e tantomeno di Ares. La riorganizzazione sanitaria, oggi, si basa anche su 8 aziende sanitarie locali. Pur comprendendo la posizione della Giunta Regionale in merito all’urgenza di spendita delle risorse per i nuovi ospedali, è il Consiglio Regionale che deve decidere sull’attuazione del piano salute e in particolare sulla eventuale costruzione dei nuovi ospedali”, dice Zedda.
“Considerate le rivendicazioni e le lamentele delle parti sociali, delle associazioni di categoria, dei sindacati e soprattutto dei pazienti, credo valga la pena di portare la partita importantissima del finanziamento per la costruzione dei nuovi ospedali in Consiglio Regionale senza perdere altro tempo prezioso. Tempo che per ora è stato lasciato ai soli proclami e a boutade che sono state oggetto di fraintendimento anche da parte delle minoranze. Apprendo – sottolinea l’ex vicepresidente della giunta – che con l’ultima deliberazione urgente in materia ospedaliera è stato dato mandato ad ARES alla AOU di Sassari di predisporre uno studio iniziale anche con l’incarico più complicato di individuare le aree idonee per ciascun ospedale. In tutto ciò è fondamentale che su questi temi si apra un dibattito serio ma anche celere che coinvolga a pieno titolo il Consiglio Regionale senza ritardare gli investimenti. Da ciò deve derivare uno stop immediato alle decisioni sul futuro del Brotzu, l’ospedale più grande della Sardegna ritenuto sempre il centro della salute più innovativo e di riferimento per la sanità regionale. La ristrutturazione del Brotzu dovrà essere effettuata urgentemente negli spazi legati alle cure urgenti e agli interventi operatori anche perché è impensabile una chiusura in breve tempo di alcuni spazi sanitari proprio del Brotzu. I nuovi ospedali occorrono ma il filo conduttore deve essere quello di accorpare i servizi al fine di valorizzare anche il personale sanitario e non, per garantire la migliore salute a tutti i cittadini. Oggi il tempo però è scaduto, strutture a cui occorrevano manutenzioni straordinarie, come il Brotzu, non avuto gli interventi dovuti. Certo – conclude Zedda – occorrerà abolire l’idea di strutture distribuite in vari edifici. Sono certa che il consiglio regionale concluderà la riforma del sistema sanitario apportando i necessari correttivi anche in linea con la normativa nazionale che supera una visione ospedale centrica e punta sulla prevenzione, ricerca, e soprattutto favorisce e intensifica il rapporto paziente-territorio-ospedale”.










