Una decisione che non accontenta tutti quella disposta dal Comune riguardo i contributi da dividere tra i cittadini che, maggiormente, hanno risentito degli effetti economici devastanti del virus importato dalla Cina. Attività in crisi, cittadini in rosso e le bollette che, nel giro di poco tempo, sono notevolmente aumentate: i conti in casa non tornano ed è così che, tra le tante iniziative a favore di imprese e famiglie, è scattata quella di un contributo una tantum da impiegare per il caro bollette al fine di aiutare sia le persone fisiche sia le partite IVA. “Il contributo avrebbe dovuto parzialmente mitigare gli effetti negativi, a livello economico, della pandemia da covid, che hanno impedito, come è notorio, a tanti di far fronte ai costi derivanti da tributi, contributi, costi energetici e via dicendo” spiega Tuveri. “Complessivamente, sono stati erogati 550 mila euro per le persone fisiche e, dopo, tante peripezie e discussioni in aula consiliare, 250 mila per le partite IVA. L’avviso pubblico per l’erogazione del contributo a queste ultime, però, oltre a non indicare alcuni codici Ateco, come anche evidenziato dai colleghi di minoranza in un’interrogazione, con conseguente esclusione di alcune partite IVA dal novero dei destinatari del contributo, prevede il regolare pagamento di tributi locali ed extralocali e dei contributi. In questo modo, i destinatari del contributo sarebbero però ridotti al minimo, perché molte son le partite IVA, per cause non dipendenti da loro, che son morose. Ed è quello che ho voluto evidenziare con la mozione che ho depositato di recente e con la quale ho chiesto l’eliminazione dall’avviso pubblico di quei requisiti”. Nello specifico i punti elencati nell’avviso sono: essere in regola con il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali; con il pagamento della Tassa sui Rifiuti (TARI) e l’Imposta Municipale Unica (IMU); essere regolarmente iscritti al registro delle imprese, ove previsto essere imprese attive al momento della presentazione della domanda, non essere temporaneamente sospese, non trovarsi in stato di fallimento, liquidazione coatta, liquidazione volontaria, concordato preventivo ovvero in ogni altra procedura concorsuale prevista dalla legge fallimentare e da altre leggi speciali, né avere in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni nei propri confronti.
Tra l’altro è richiesto di non avere in corso procedimenti contenziosi con il Comune. Sono però soprattutto i punti che richiedono di essere in regola con i pagamenti che hanno “determinano l’esclusione dal novero dei beneficiari del contributo molte attività produttive, che, soprattutto a causa della crisi economica dovuta al covid, non sono riuscite ad ottemperare ai pagamenti di contributi e tributi nei termini di legge”.












