Non si è trattato di un controllo formale, ma di una verifica tecnica approfondita su emissioni in atmosfera, torce, odori, gestione delle acque, monitoraggi ambientali e sistemi di controllo. Gli esiti dell’ispezione sono confluiti nel Rapporto conclusivo ISPRA–ARPAS 2025, successivamente trasmesso ufficialmente dal Ministero dell’Ambiente con nota prot. MASE n. 190199 del 14 ottobre 2025.
Dalla documentazione emergono criticità ambientali oggettive, tra cui: uso frequente delle torce e presenza di eventi emissivi rilevanti, con quantitativi significativi di gas inviati in combustione; monitoraggi non pienamente strutturati per alcune sostanze critiche, tra cui benzene e COV, affidati a sistemi interni e non a reti ambientali indipendenti; problematiche odorifere riconosciute, con interventi correttivi rinviati nel tempo; criticità nella gestione delle acque, delle reti e della falda, con soluzioni strutturali programmate a distanza di anni; elementi di attenzione anche sul rumore e sulla gestione delle emergenze.
Alla luce di tali esiti, il Ministero dell’Ambiente, dopo aver analizzato il rapporto ispettivo, ha avviato tra ottobre e novembre 2025 una revisione d’ufficio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) degli impianti.
“È importante chiarirlo: una revisione d’ufficio dell’AIA non è un atto automatico né politico.
È una decisione tecnica del Ministero che viene assunta quando dalle ispezioni emergono elementi tali da richiedere una rivalutazione delle condizioni autorizzative.
Il Comitato Civico per la Tutela Ambientale e della Salute di Sarroch sottolinea però un aspetto grave e incomprensibile: “Né il Sindaco né l’Assessore all’Ambiente hanno informato la popolazione di questi passaggi fondamentali, nonostante riguardino un impianto classificato a rischio di incidente rilevante (RIR) e la salute dei cittadini.
Non risultano: comunicazioni istituzionali; avvisi pubblici; pubblicazione delle finestre di partecipazione del procedimento AIA sull’Albo Pretorio. Ricordiamo che la normativa nazionale ed europea (Convenzione di Aarhus, D.Lgs. 152/2006, D.Lgs. 33/2013) impone agli enti locali di garantire informazione e partecipazione dei cittadini sui procedimenti ambientali che li riguardano.
Il Comitato ribadisce che non è in corso alcuna battaglia ideologica contro l’industria, ma una richiesta chiara e legittima: trasparenza; rispetto delle regole; informazione corretta alla popolazione; rafforzamento dei controlli ambientali.
Se il Ministero ha ritenuto necessario avviare una revisione d’ufficio dell’AIA, i cittadini hanno il diritto di sapere perché. Il Comitato continuerà a seguire il procedimento e a informare la comunità, supplendo a un vuoto istituzionale che oggi appare evidente”.












