La Sardegna si conferma tra le regioni più virtuose nella gestione dei rifiuti, raggiungendo un risultato che la posiziona al terzo posto a livello nazionale, tra le migliori in Italia e prima tra le regioni del Centro-Sud. Il dato è stato confermato dal 25° Rapporto sulla raccolta differenziata, che ha evidenziato il significativo progresso dell’isola nel 2023, con un tasso di raccolta differenziata pari al 76,46%. Ma nonostante questi dati, sono tante le lamentele dei cittadini soprattutto a Cagliari per i costi eccessivi della tari, sproporzionati rispetto al servizio.
“L’Isola continua a dimostrare che la sostenibilità ambientale è un obiettivo concreto, raggiungibile grazie a politiche integrate e alla partecipazione attiva delle comunità locali,” ha dichiarato l’assessora regionale alla Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi. “Questo successo deve spronarci a consolidare i traguardi raggiunti e affrontare le criticità ancora presenti, per garantire un futuro equilibrato tra sviluppo e tutela dell’ambiente”.
Il 25° Rapporto sulla gestione dei rifiuti, la cui prima edizione risale al 2000, evidenzia il lungo cammino della Sardegna in questo ambito. Nel 1999, infatti, la raccolta differenziata era quasi inesistente, con una percentuale dello 1,7%, mentre la produzione dei rifiuti superava le 760.000 tonnellate. Oggi, la Sardegna ha ridotto la produzione complessiva dei rifiuti di circa 10.300 tonnellate rispetto al 2022 (-1,5%), segnando un’importante inversione di tendenza.
Nel 2023, oltre alla diminuzione della produzione, sono stati registrati cali nei rifiuti avviati a smaltimento e, sebbene in misura inferiore, anche in quelli destinati al riciclo. Tra le frazioni differenziate, la riduzione più marcata riguarda la frazione organica e il vetro, mentre carta, plastica e inerti hanno visto una contrazione meno significativa. Al contrario, si è registrato un aumento nel conferimento di imballaggi in metallo, legno, tessili, abbigliamento e rifiuti ingombranti destinati al recupero.
Un altro dato rilevante è che 372 dei 377 Comuni della Sardegna hanno superato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, coinvolgendo il 91,8% della popolazione dell’isola. In particolare, 30 Comuni hanno superato l’85%, 168 si collocano tra l’80% e l’85%, mentre 198 Comuni hanno già raggiunto il target previsto per il 2029. Tuttavia, ancora cinque Comuni non hanno raggiunto il 65%, rappresentando l’8,2% della popolazione. Tra questi, Sassari, pur con i suoi numeri demografici, rimane un punto cruciale per il successo complessivo.
Carloforte, Palau e Villaputzu, insieme a piccoli centri come Sant’Antonio di Gallura e Sardara, sono tra le località che hanno fatto registrare risultati eccellenti, ma anche i territori con gestione associata, come i Comuni dell’Unione dei Comuni del Coros e l’Associazione dei Comuni di Irgoli, Loculi, Onifai e Galtellì, stanno emergendo come esempi positivi. La Sardegna, inoltre, ha visto un miglioramento nelle infrastrutture per la gestione dei rifiuti, con la maggior parte dei Comuni dotati di ecocentri, sebbene la diffusione di centri di riuso e riparazione resti ancora limitata.
Tuttavia, sebbene i risultati siano positivi, l’assessora Laconi ha sottolineato che per raggiungere gli obiettivi futuri sarà fondamentale intensificare le politiche di prevenzione, migliorare il riciclo e ridurre ulteriormente i conferimenti in discarica. In particolare, sarà necessario incentivare il riutilizzo e la riparazione dei beni, promuovere la riduzione dello spreco alimentare e incentivare l’introduzione della tariffa puntuale, adottata solo dal Comune di Cagliari nel 2023.
“Per garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Regionale aggiornato,” ha spiegato Laconi, “sarà essenziale il rafforzamento di azioni mirate come l’ampliamento dei sistemi di tariffazione puntuale, l’introduzione di incentivi per la riduzione dei rifiuti e il miglioramento delle infrastrutture di smaltimento”.












