Eccolo, l’ennesimo fallimento della politica che, dopo la mobilitazione a ferro e fuoco per una partita di calcio, è tornata dove preferisce stare. Eccolo, l’ennesimo schiaffo ai sardi che sembrano ormai rassegnati a subire qualunque cosa. Eccolo, l’oltraggio al diritto garantito dalla costituzione a spostarsi liberamente sul territorio nazionale. I sardi, sempre di più, sono ostaggio del mare e dell’incapacità di una classe politica che non riesce a garantire neanche la possibilità di tornare a casa a studenti fuorisede e lavoratori. Una violenza, a tutti gli effetti.
E così, dopo aver denunciato l’assenza di posti in aereo per i tre giorni di fila che precedono Pasqua, è la volta dei traghetti: chi pensava di avere un piano B per varcare il Tirreno, o ha molti soldi, buona schiena e salute di ferro, oppure si rassegni, perché non ce l’ha. Perché non solo sui traghetti non c’è uno straccio di cabina, ma la beffa è pure peggio: per passare una notte in poltrona, con bambini e valigie al seguito, si spende fino a 700 euro. Una vergogna che denunciamo con forza e contro cui i sardi dovrebbero ribellarsi, ogni santo giorno e non solo sotto le feste comandate.
Vediamo qualche esempio: Genova-Porto Torres con Moby Tirrenia (due adulti, due bambini e auto al seguito, residenti, partenza 17 aprile e ritorno il 24, cabine non disponibili dunque solo poltrona o passaggio ponte: 434,32 euro. Civitavecchia Cagliari – Grimaldi (due adulti, due bambini e auto al seguito) partenza 17 aprile sempre in poltrona e ritorno il 25 aprile 382,72 euro. Se poi studenti fuori sede e lavoratori costretti a emigrare hanno dovuto cambiare la residenza, si arriva a costi stellari: il Civitavecchia-Cagliari costa 553, 22 euro, il Genova-Porto Torres 702,72 euro.
Come successo per Aeroitalia, costretta dopo essere stata smascherata ad aggiungere qualche volo, speriamo ora che anche per i traghetti qualcosa si muova.