Due motoseghe professionali, acquistate su internet, “ma pagate in contrassegno, al ricevimento del pacco”, che però non sono le stesse per le quali una coppia di fratelli che vivono a Selargius e Pauli Arbarei, ha pagato più di centossessanta euro. Gianluigi Masala, 52 anni, è stato il primo a ricevere il pacco a casa: “Ho pagato, poi ho aperto la confezione e, anzichè il modello professionale che avevo ordinato, mi sono ritrovato una motosega che, forse, varrà trenta o 40 euro”, racconta. “Ho provato a contattare il numero di telefono della società che ha effettuato la spedizione, da Roma, ma senza nessun risultato. Per quello che ne so, potrebbe essere arrivata pure dalla Cina. Mi sono fidato di un annuncio visto su un sito web, una di quelle pubblicità che compaiono in automatico. Spero che la polizia postale possa darmi una mano per ottenere il rimborso, nei prossimi giorni andrò a sporgere denuncia. Ho provato a contattare via email la ditta ma i messaggi tornano tutti indietro. Sono rimasto vittima di una, se così si può dire, mezza truffa”.
Anche il fratello, Isidoro, 65 anni, è rimasto fregato: “Motosega pagata ottantaquattro euro, ma non è quella che volevo. Il corriere non ha saputo darmi nessuna spiegazione, l’indirizzo di consegna è anche diverso da quello di mio fratello”, osserva. Nel secondo caso, il mittente si trova in Lombardia. Contattarlo, però, è impossibile: “Il telefono squilla a vuoto”.













