“Nonostante ripetuti solleciti, una lettera aperta, e la richiesta continua di pazienti, familiari e operatori del settore, ad oggi l’assessorato alla Sanità non ha ancora dato seguito all’avvio delle procedure per l’istituzione della rete regionale della terapia del dolore”.
Così il consigliere del Partito dei sardi Augusto Cherchi, che ha depositato un’interpellanza (a firma di tutto il gruppo “Democrazia, sovranità e lavoro”) per chiedere al presidente della Giunta Francesco Pigliaru e all”assessore Luigi Arru di riferire “in merito ad un così grave e colpevole ritardo su un problema che colpisce migliaia di persone e i loro familiari, con ripercussioni economiche e sociali, oltre che morali, sull’intera Sardegna”.
“Tanto si parla di riforma del servizio sanitario regionale e si ignora il dolore?”, si domanda Cherchi, chiedendo un intervento prioritario dell’assessorato “per dare risposta su un problema che una società che si definisce civile ha l’obbligo di combattere con tutti i mezzi a disposizione. Non è immaginabile che una regione moderna e un servizio sanitario efficiente non recepisca appieno la legge 38 del 2010 (Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, ndr), universalmente riconosciuta come una delle migliori leggi al mondo nella lotta contro il dolore. E noi come Sardegna- sottolinea- non ci possiamo permettere di rimandare indietro, perchè non siamo riusciti a spenderli, i fondi stanziati per la formazione del personale”.
Secondo il consigliere di maggioranza 84.805 euro di fondi ministeriali per la formazione del personale in questo campo, sarebbero tornati indietro al Mef, perchè non spesi a causa dei ritardi della Regione nella presentazione dei progetti.











