Santu Miali – Iniziato il sit-in di protesta innanzi alle pale eoliche partite dal porto di Oristano: decine di persone per dire no al mega parco nelle fertili terre del Medio Campidano. È in una lingua di terra tra Samassi, Villacidro e Sanluri, nei pressi di Sanluri Stato, che sono approdate le prime torri da 200 metri di altezza che si innalzeranno verso il cielo. Presenti sul luogo anche le magliette gialle del “No Tyrrhenian Link”, i pionieri delle rivolte pacifiche contro la speculazione energetica. “Vogliamo una transizione giusta che rispetti l’ambiente, la cultura e le comunità
NO all’eolico selvaggio, NO alla speculazione” è lo slogan del comitato “Su Entu Nostu”, promotore di questa iniziativa.
“Il nostro chiaro messaggio per una transizione ecologica e giusta deve arrivare in tutte le sedi decisionali. Nei Comuni, nel Consiglio Regionale, nella Giunta Regionale, nel Governo e nel Parlamento italiano”.
Il territorio in cui verrà realizzato l’impianto eolico industriale è una delle zone più fertili e coltivate della Sardegna, “pensate quanto possa far bene a quella terra l’invasione di migliaia e migliaia di metri cubi di cemento armato.
In questo tempo in cui ci si schiera gli uni contro gli altri per cavilli burocratici e narrazioni da costante campagna elettorale è importante fermarsi un attimo, guardare queste terre e dirci una volta per tutte: Qual è il futuro che abbiamo in mente per la Sardegna?
Ancora una volta, con pacatezza ma con forte determinazione chiediamo ai politici di turno se hanno un piano di sviluppo per la Sardegna e se in questo piano sono comprese le comunità umane, la giustizia sociale, un giusto equilibrio con l’ambiente, una transizione ecologica e giusta, il rispetto della biodiversità, un sostegno alla nostra agricoltura, al nostro allevamento, alla produzione in loco di cibo di qualità, in poche parole al rispetto del diritto ad una vita sana e dignitosa? Vogliamo una transizione ecologica, giusta e partecipata”.









