In Sardegna la sanità è allo sfascio totale, non funziona nulla, Solinas e il suo fedelissimo Carlo Doria hanno lasciato macerie a spese della salute e dei soldi dei sardi ma appena arriva una proposta per provare a smuovere qualcosa, partono le barricate. In fondo, è più comodo e rassicurante galleggiare nella certezza che nulla funzioni e nel privilegio di potersi solo lamentare senza costruire nulla, piuttosto che provare a cambiare le cose.
E così, l’assessore della Sanità Bartolazzi, nel mirino degli statisti isolani perché non sardo – effettivamente, visti i risultati raggiunti in questi anni dagli assessori sardi, è un problema serio – è finito dritto nel bersaglio diretto dei medici, che hanno all’unanimità bocciato la sua proposta di aprire a specializzandi dal continente, senza test di ingresso nelle scuole, in cambio di un servizio garantito di medicina di base. L’impallinatura a cui è stato sottoposto Bartolazzi è incredibile, come se davvero in Sardegna non ci fosse un problema e non fosse serissimo: mancano 600 medici di famiglia, tutti si lamentano, i paesi non vedono un medico se non a chilometri di distanza, ma anche solo proporre di seguire una strada diversa diventa motivo di polemica invece che occasione di confronto.
Oggi tocca al sindacato Snami. “Le norme non lo consentono, per cui concentriamo le nostre energie nel tentativo di un primo step di salvataggio della medicina generale che sta morendo”. a causa della “burocrazia stupida che limita la professione togliendo tempo alla clinica. Lo Snami propone di essere operativi da subito e di seppellire definitivamente la stagione del parlarsi addosso, lasciandoci alle spalle post e commenti sui social”. Il riferimento è a un piccato commento social dell’assessore, poi cancellato.











