Niente vacanze, niente partenze, niente pause. A se mesi dalla vittoria delle elezioni regionali e a quattro dall’insediamento ufficiale, la presidente della regione Alessandra Todde sta trascorrendo agosto al lavoro, l’estate scorsa era impegnata con la campagna elettorale, con in cima alle sua agenda le grandi emergeze che la Sardegna si trova ad affrontare: la sanità prima di tutto, quanto non funzioni è sotto gli occhi e sulla pelle di tutti, e proprio oggi è arrivato l’ennesimo appello, questa volta dalla Cisl, a dare una decisa virata per imprimere la svolta. L’emergenza delle emergenze, il problema dei problemi: la sanità sta trascinando a fondo la Sardegna, inchiodandola a una situazione da terzo mondo non più sopportabile. Ora, come sollecita lo stesso sindacato, serve rapidità e un cambio di passo che lasci veramente il segno: niente più indugi e rinvii, la soluzione va trovata prima di subito. Su questo si concentrano i pensieri estivi della presidente Todde, che si è concessa un paio di giorni insieme alla madre e alla zia nella sua casa di Nuoro: e da questo riprenderà, così assicurano dal palazzo, l’attività della giunta da settembre.
C’è poi il tema dell’energia. Strumentalizzato come mai niente prima d’ora da parte di chi in Sardegna ha evidentemente altri interessi e combatte l’arrivo delle rinnovabili, ovvero il lasciapassare al futuro pulito e sostenibile, per mire che poco hanno a che fare con la difesa del territorio. La presidente Todde lo sa bene, e anzi è intervenuta sul tema invitando proprio a non strumentalizzare una questione che resta delicata. In queste settimane la giunta sta lavorando all’individuazione delle aree idonee, ovvero di quelle aree dove sarà possibile ospitare gli impianti per la produzione di energia rinnovabile, come previsto dalla moratoria. “La Sardegna vuole contribuire alla transizione energetica dell’Italia facendo la sua parte”, ha sempre detto la Todde, che ha contestato l’impugnazione della moratoria da parte del governo pur avendolo dato per scontato al momento dell’approvazione.
Ci sono poi i trasporti: quelli interni, quelli esterni, la continuità territoriale e i collegamenti navali: anche qui serve una svolta decisa, dopo il peggioramento della situazione durante la precedente legislatura.
Insomma, la Sardegna aspetta la svolta promessa e non vuole più aspettare.












