Lo sfascio totale in cui è precipitata la sanità in Sardegna non risparmia niente e nessuno, neanche i malati di cancro. “Non si placano i malumori e non si stemperano le preoccupazioni – denuncia Gianfranco Angioni dirigente dell’ USB Sanità – Chiudere le sale operatorie del Businco è una resa incondizionata da parte delle istituzioni. Ad oggi è sconosciuto il progetto “cantierabile” e non si conosce il cronoprogramma dei lavori”.
“Ieri si è conclusa la discussione del tavolo tecnico costituita con la direzione generale e voluta da alcuni sindacati dei medici – racconta Angioni – Se pur non invitato ho voluto partecipare all’incontro come uditore. Purtroppo si è assistito a qualcosa di irreale in quanto hanno tentato in tutti i modi di impedirmelo – continua il sindacalista- ho preteso di essere presente, con l’avviso che se non mi avrebbero permesso di restare, avrei chiamato i carabinieri. Alla fine, anche grazie alla mediazione del direttore sanitario, si è desistito dal proposito. Immaginavo quello che sarebbe accaduto, infatti la conclusione dei lavori del tavolo tecnico, richiesto e fortemente voluto da parte di alcuni sindacati dei medici, è finito miseramente”, sottolinea ancora Angioni, definendo “infuocato” il confronto e prevedendo un totale disastro quando le sale operatorie del Businco saranno chiuse.
“USB Sanità a tutela di operatori e pazienti rimane ferma sulla propria posizione condivisa con i lavoratori. Tuona Angioni- All’interno del Businco si possono ricercare gli spazi per poter creare delle sale operatorie alternative, ci vuole solo la volontà. Al secondo piano ci sono circa 500 metri quadri inutilizzati. È sufficiente che l’assessorato alla sanità pianifichi un finanziamento ad hoc affinché venga permessa la ristrutturazione dell’ Ala B completamente abbandonata”.
“Alla consegna dei lavori che dureranno diversi anni, il Businco verrà depotenziato di attività chirurgiche importantissime considerato che le sale operatorie verranno trasferite presso il presidio ospedaliero S. Michele con il reale rischio di implosione”, denuncia ancora il sindacalista. “Da qui alla data preventivata della chiusura abbiamo intenzione di mettere in atto una serie di iniziative affinché lo smantellamento del Polo Oncologico non venga portato a compimento. Nel frattempo che si accelera su una situazione che oramai qualcuno pensa sia irreversibile, ieri ennesimo cedimento di un cornicione. Assurdo, prosegue il sindacalista- mentre il Businco crolla l’utilizzo dei fondi del PNRR sono la priorità. Lasciare il cerino in mano all’amministrazione che non ha facoltà di posticipare i lavori, ha messo in risalto una situazione vergognosa e assurda, portata avanti con una mancata presa di responsabilità da parte delle istituzioni. Noi non ci arrendiamo e andiamo avanti con la lotta”, conclude Angioni.










