Ennesimo episodio di una tentata truffa ai danni di una automobilista di Samassi sulla S.S. 131. Dopo essere stata avvicinata da una vettura ed essersi fermata in una piazzola sul ciglio della strada è stata raggiunta da alcune persone che, insistentemente, hanno tentato di far scendere dalla macchina la conducente. Il fatto è avvenuto questa mattina. “Oggi, ore 9,30, in viaggio da Riola ad Iglesias” racconta la donna “subito dopo il bivio per Villanovaforru, durante un sorpasso, sento un botto molto forte alla parte destra della macchina. Rientro subito nella corsia di destra, rallento e dopo pochi km mi fermo in una piazzuola. Mentre mi accingo a uscire dalla macchina, si ferma dietro di me una vettura grigia. Resto seduta con le portiere bloccate pensando di ripartire senza verificare niente, ma si avvicina di corsa una donna che mi bussa al vetro della parte del passeggero. Chiedo cosa vuole e lei mi fa cenno che non mi sente; apro di mezzo centimetro il vetro, perché il mio occhio, e forse anche il suo, in quel momento hanno visto la mia borsa affianco a me. Mi chiedo come mai, se hanno bisogno di qualcosa, scende il passeggero e, soprattutto, non si avvicina dalla mia parte”. La donna, ancora molto scossa per l’accaduto chiede alla persona “cosa vuoi?”.
A questa domanda, l’automobilista si è sentita rispondere, con accento chiaramente straniero “io ho sentito un grande colpo e tu hai fatto un danno a me”. Dopo questa parole, la conducente ha subito percepito che si potesse trattare di una delle tante truffe che da tempo subiscono gli automobilisti. La più comune è quella denominata “dello specchietto”, la quale viene inflitta soprattutto agli automobilisti meno giovani. L’automobilista, in preda al panico ma con fermezza ha risposto alla donna “veramente il colpo l’ho sentito io, non ho capito cosa sia successo, ma ora chiamo la polizia. Nel frattempo, guardando dallo specchietto, ho visto che l’autista non aveva un aspetto raccomandabile e aveva la portiera semi aperta, come se dovesse scattare da un momento all’altro. La tipa diceva ‘tu scendi, noi vediamo danno insieme’ e ho risposto ‘no, tu aspetta un po’ perché io sto chiamando la polizia e verifichiamo insieme’. Mi ero resa conto, anche, che lei si teneva praticamente al portapacchi della mia macchina, e, se anche fossi voluta ripartire velocemente, non avrei potuto, perché rischiavo di trascinarla via”.
L’uomo che attendeva in macchina, forse capendo che la donna non sarebbe scesa dalla vettura, ha fatto risalire in macchina la compagna ripartendo a velocità sostenuta. “Sono ripartita col cuore a mille, e, dopo pochi km, subito dopo il bivio per Sanluri ho visto una pattuglia della stradale. Mi sono fermata e ho denunciato il fatto. Hanno verbalizzato, hanno fotografato il danno alla mia macchina, hanno visto la foto dell’auto, una Opel Corsa grigia, che sono riuscita a riprendere, mi hanno chiesto la descrizione dei personaggi e mi hanno detto che quell’attimo di esitazione prima di scendere (il tempo di togliere l’auricolare del telefono) ha fatto sì che non mi trovassero già fuori dalla macchina e questo ha salvato me, la mia borsa e la mia macchina, perché potevano anche picchiarmi, rendermi inoffensiva e portarsi via tutto. A quanto pare hanno tante segnalazioni come la mia, ma non riescono a rintracciarli, perché, quando una persona denuncia, sono già lontano. Non mi aspettavo certo di vivere una disavventura simile stamattina” continua la donna “sono arrivata ad Iglesias con quasi un’ora di ritardo. Sono stata fortunata, me la sono cavata solo con molto spavento, e un attacco di tachicardia. Poteva andarmi peggio”.












