Spera in un ritorno ma non a tutti i costi. Sicuramente non a quello di improvvisare primarie o anche solo un confronto su nomi alternativi al candidato presidente della Regione. E a Soru, che ha annunciato un ultimo appello per le primarie al Pd dopo di che sarà ufficialmente in campo come candidato governatore, il segretario del Pd Comandini risponde a sua volta con l’appello a deporre le armi e stare nella casa comune: “Mi auguro che lo accolga, è quella la sua casa politica, quella del Pd e del centrosinistra, dove possiamo insieme valorizzare il lavoro che abbiamo fatto. A Renato dico: incontriamoci, lui può portare idee e energia in questo progetto politico”. Se invece andasse da solo, come ha detto che farà? “Sicuramente sarebbe un vantaggio per il centrodestra”, ammette Comandini.
Ma non è solo l’annunciata discesa in campo del fondatore di Tiscali a complicare il percorso della coalizione. Ci sono anche i Progressisti, che hanno disertato il tavolo convocato per oggi dopo aver più volte chiesto primarie, persino informali, o quanto meno un confronto sui nomi, e che minacciano la rottura definitiva.“Con loro ho condiviso gli ultimi 15 anni di politica cittadina e opposizione in consiglio regionale, siamo sempre convinti che la loro casa sia in questa coalizione. Se ci sono cose da migliorare si possono migliorare, da parte nostra c’è massima disponibilità”. Disponibilità anche a confrontarsi su altri nomi? “A questo punto è molto difficile. Ora bisogna accelerare e fare passi in avanti con il programma per dare risposte: i Progressisti riconoscano una scelta fatta al tavolo di coalizione con le altre forze politiche, e lavoriamo tutti insieme per mandare a casa il centrodestra”.
Il nome del candidato presidente per il campo largo ormai è noto e ufficiale, è quello di Alessandra Todde, vicepresidente del movimento 5 stelle. Una candidatura che, tiene a ribadire Comandini, è l’approdo di una discussione e costruzione politica fatta esclusivamente in Sardegna, così come lo sarà la scelta degli assessori in caso di vittoria. “La scelta della candidata presidente è stata fatta con difficoltà e pazienza, dopo un’attenta valutazione del progetto politico, la considerazione che divisi si perde e la certezza di poter costruire un progetto duraturo, stabile e che ci renda competitivi anche nei comuni. Detto questo, voglio dire una cosa, anche da padre e marito: in trent’anni di politica non ho mai visto tanta aggressività nei confronti di un candidato in quanto donna. Io sono orgoglioso di aver fatto quella scelta che è anche un atto di generosità del Pd, su una figura femminile capace e competente. E a chi contesta che non ha mai fatto politica in Sardegna, io dico che è un valore aggiunto, perché può garantire un contributo libero da condizionamenti e scelte anche fallimentari che ci sono state in passato”.
Alla luce di tutto questo, non sarebbe stato più semplice dire sì alle primarie così da garantire una scelta lineare e trasparente? “Quello che è nel nostro statuto e dna non è in quello degli altri, i partiti alleati non volevano passare per le primarie e noi abbiamo deciso di usare un altro metodo, condiviso al tavolo, nel nome di una coalizione che ha discusso e valutato il da farsi, nome compreso. Chiaro che c’è stata una selezione di proposte da parte della classe dirigente dei partiti, poi sottoposte all’analisi del tavolo. E abbiamo convenuto che Alessandra Todde rappresenta il giusto elemento di novità per ricredere nella politica, una proposta nuova che non è stata protagonista di stagioni, anche negative, della nostra politica”.
Toccherà ora proprio a lei tentare di riportare in coalizione i pezzi persi e stoppare le defezioni, con incontri e proposte che hanno l’obiettivo di ricompattare il centrosinistra. “Sono convinto che prevarrà il senso di responsabilità e si riuscirà a far ragionare chi oggi sposta discussione per esaltare i conflitti”. Infine, rispetto ai centristi – di cui si era ipotizzato un passaggio nel centrosinistra ma a patto che non ci siano i 5 stelle – Comandini invoca il valore della coerenza: “Noi abbiamo sempre la stessa casacca e non passiamo da una parte all’altra, ci rivolgeremo a quel 50% che non viene a votare, racconteremo il nostro progetto sulla Sardegna. La stagione della coerenza premia, ne sono certo: noi vogliamo stare uniti, con la stessa maglietta e con un candidato presidente donna, grande opportunità per la nostra isola”.









