La mattina ha fatto una “rivoluzione” per cercare di salvare il fatturato: “Colazioni salate a base di prosciutti, altri salumi e formaggi”. È presto per capire se si tratti di una mossa vincente, quella di Massimo Pisu, 54 anni, titolare di una taperia e di una prosciutteria a Quartucciu. I problemi arrivano al calar del sole: “Dalle diciotto non posso più servire ai tavoli. Prima del nuovo decreto di Conte avevo inaugurato il dehors con sette tavoli e sedie, l’ho pagato diecimila euro. La sera non posso più utilizzarlo. Dopo il primo lockdown”, afferma il ristoratore, “ho avuto dal Governo solo seicento euro. Adesso, con il nuovo ristoro, dovrei prenderne circa 1000. Troppo pochi, ci pago a malapena una bolletta della luce”. Pisu ha pubblicato sul suo profilo Facebook una foto della sala interna della sua prosciutteria, deserta: “Quanto è triste vedere i propri sacrifici al buio, ma voglio resistere e combattere”.
Intanto, però, il piatto “piange”: “Ho dovuto mandare a casa due bravi ragazzi che lavoravano nella taperia, è praticamente ferma. La gente non mangia e non beve prodotti di gastronomia spagnola, birre e vini prima delle diciotto. Non è giusto e danneggia tutti noi commercianti lo stop sino al tre dicembre prossimo: nei miei locali non c’è mai stato un solo contagio Covid, sono stato attento a tutte le direttive del Governo, investendo nella sanificazione del locale e delle merci e tagliando sugli spazi. Non sono abituato a piangermi addosso, cercherò di andare avanti e trovare soluzioni alternative”.










