Otto mesi alla guidatrice, con pena sospesa, e risarcimento alla famiglia dalla compagnia assicurativa. È questa la sentenza pronunciata dal giudice Michele Contini per il caso dell’incidente mortale avvenuto il quattordici settembre 2019 in via S’Ecca S’Arrideli a Quartu Sant’Elena, nel quale ha perso la vita il 14enne Matteo Fabbrocile. Il giovanissimo era appena sceso dal pullman 1Q del Ctm: la Fiat guidata da Alessandra Tilocca, assistita dall’avvocato Raffaelangelo Demuro, l’aveva investito mentre stava per attraversare la strada. Era sera e la visibilità non era delle migliori, come è stato appurato dalle indagini, che hanno anche confermato che la donna non stesse superando i limiti di velocità e fosse risultata negativa all’alcoltest. A due anni e mezzo di distanza, la sentenza.
Nessun commento da parte della madre della vittima e degli altri parenti. Il loro avvocato, Francesco Marongiu, spiega che la “partita” non è comunque chiusa: “Faremo un’azione civile nei confronti del Ctm e della Città Metropolitana perché riteniamo che la mancanza delle strisce pedonali e la mancanza di una piazzola di sosta rappresenti un problema. E la situazione precedente è rimasta immutata”. Cioè, ancora oggi chi scende dal pullman si ritrova con i piedi sopra le cunette e, se vuole attraversare, non può farlo in sicurezza.











