Professione? Rovistatori di cassonetti. Cavallette umane del degrado. Metodologia di lavoro? Cercare qualcosa di utile tra le cianfrusaglie buttate nella spazzatura, per rivenderla o semplicemente utilizzarla. Sono sempre di più, i disperati della nettezza urbana. Girano quasi sempre in coppia, uomo e donna, quasi per proteggersi a vicenda, anche soltanto per mettersi idealmente al riparo da occhi indiscreti. La foto che vedete è stata scattata da Graziano in via Pascoli, un nostro lettore che commenta: “La prima volta che vidi qualcuno rovistare nelle immondizie alla ricerca di qualcosa di utile, o commestibile, ero a Mumbay, trent’anni or sono e la cosa mi sembrava inaccettabile per un paese civile; ora lo vedo nella mia città, in pieno centro e non mi stupisco, ma mi incazzo, per welfare e servizi sociali inesistenti”. Via Pascoli non è un caso isolato, i rovistatori di cassonetti si vedono ormai un po’ in tutti i quartieri. Nessuno li ferma, nessuno controlla. Fanno pena, quindi nessuno li aiuta. Non ci si interroga sul loro passato, presente o futuro. Li vedi lì, rovistare, e peesi semplicemente: colpa della crisi. Forse spariranno col porta a porta al rallenty del Comune. C ercano soprattutto metallo. Li si vede spesso aggirarsi muniti di un ferretto per meglio rovistare e di rudimentali mezzi di trasporto costituiti da carrellini della spesa dismessi o addirittura di passeggini. Ficcano la testa nell’immondizia senza alcuna precauzione igienica e danno un indecoroso spettacolo che non è solo di miseria, ma di assoluta diseducazione civica e menefreghismo.