di Paolo Rapeanu
Più vicina alla pensione rispetto a tanti suoi colleghi, ma quelala pensione Marisa Conti è destinata solo a sognarla. Impossibile ottenerla, avendo meno di venti anni di contributi versati. E allora, forse, tra qualche anno c’è quella di emergenza, la cosiddetta “pensione sociale”. Un’elemosina, in sintesi: “Quattrocento euro al mese, il comune si è sempre rifiutato di stabilizzarmi, lavoro come guardiana dal 1989. Sempre saltuariamente. Quando va bene guadagano seicento euro al mese, ma per due anni sono stata senza un solo giorno di lavoro all’attivo”. Tradotto: disoccupata a tempo pieno.
“Per fortuna vivo nella casa dei miei genitori, i mie fratelli mi stanno facendo la gentilezza di non farmi pagare l’affitto, visto che sanno in che condizioni economiche mi trovo. Per campare faccio assitenze ospedaliere, solo così posso pagarmi le varie spese, da quelle primare alle bollette”.










