di Paolo Rapeanu
Cinquantadue anni, di Cagliari, Giuseppe Saba fa il custode. Da sempre, questo è il suo principale lavoro. Da precario, beninteso: nessun contratto, nessuna pensione che si va pian piano a formare. Il suo datore di laovro è il Comune di Cagliari. La stabilizzazione è un miraggio, per Giuseppe, fin dal 1984: “Ho iniziato nella nettezza urbana, poi mercati, acquedotto e, sempre come custode, nella chiesetta di Sant’Efisio. Adesso lavoro per una cooperativa nella Galleria comunale d’arte di Giardini pubblici. Quando va bene guadagno 600 euro al mese, lavorando quattro ore al giorno per venti ore settimanali”.
Difficilissimo far quadrare i conti: “Mia moglie lavora, riusciamo a portare a casa non più di 1200 euro, quattrocento dei quali se ne vanno con l’affitto. Ho anche una figlia minorenne”, racconta il custode, “in passato sono stato addirittura sfrattato. Con un lavoro simile non si arriva a fine mese, non so quando potrò andare in pensione”.