Ha scoperto di essere positiva il nove agosto scorso, insieme alla figlia, “entrambe al molecolare, fatto alla Cittadella della salute di via Romagna a Cagliari”. Roberta Concu, di Sarroch, lavapiatti 53enne in un grande albergo dell’hinterland Cagliaritano, si è subito blindata in casa, avvisando il suo datore di lavoro: “Ho il Covid, spero di guarire presto”. Ma la donna, con un contratto a tempo determinato tra le mani “che scade il trentuno agosto”, si ritrova in un preoccupante limbo: “Ats non ha mandato il codice identificativo del mio caso, e nemmeno quello di mia figlia, al medico di famiglia. Lui ha solo firmato un documento dove è attestata la mia condizione di positività al virus. Ma non può, ovviamente, produrre il foglio di malattia ufficiale da fare avere nel mio posto di lavoro. Inoltre, mio marito è negativo ma, siccome è entrato in contatto con me e nostra figlia, deve restare prigioniero in casa per la classica quarantena di sicurezza”.
“Ho avvisato oggi anche il sindaco, è grazie anche a me che ha scoperto che ci sono nuovi positivi qui a Sarroch. Ora, però, son molto preoccupata: rischio concretamente di perdere una grossa parte del mio stipendio di agosto, il mio ultimo mese di lavoro sicuro. Basta, chiedo a gran voce che Ats spedisca tutti i numeri, i codici e i documenti al mio medico”.









