Il senso unico in viale Sant’Avendrace a Cagliari come “moneta di scambio” proposta dal Comune per non perdere settanta parcheggi con l’arrivo, molto vicino, della pista ciclabile? Per i negozianti del viale è pari al fumo negli occhi. Meglio: fosse per loro le corsie per le biciclette non andrebbero nemmeno pensate, almeno non davanti alle loro attività. Il “no” al senso unico e il conseguente “sì” all’attuale doppio senso sembra far breccia tra la maggior parte dei presenti all’incontro con sindaco, assessore alla Mobilità, presidente del Consiglio comunale e dirigenti della Mobilità avvenuto nel teatro degli Intrepidi Monelli. Insomma: meglio un’attuale certezza che un punto interrogativo futuro. Erika Cogotti gestisce un minimarket da 15 anni: “Lascerei tutto così com’è, ma se devo scegliere preferisco sicuramente il doppio senso. Così si perdono 70 parcheggi ma c’è un flusso maggiore di ingressi e uscite dalla città. Fosse stato per me, la pista non l’avrei fatta”.
Un commerciante e residente è Salvatore Castelli, barista da 35 anni: “Lascerei il doppio senso, Sant’Avendrace rappresenta un ingresso per la città anche se è considerata periferica”, afferma, “il senso unico significa dover chiudere i negozi. La pista ciclabile? Nel viale, in 24 ore, non passa nemmeno un ciclista”. Molto arrabbiata Giuseppina Concu, da quattro decenni alla guida di una gioielleria e abitante nel viale: “Vorrei che restasse tutto così com’è, siamo in un momento critico e non sappiamo se andare avanti o chiudere. La pista toglie lo spazio alle auto, non si fermerà più nessuno”, sostiene. “Già molte volte i miei clienti mi dicono che hanno provato ad aver cercato un parcheggio, facendo anche tre giri, e che poi se ne sono dovuti andare. Meglio il doppio senso, ma queste piste ciclabili a cosa servono? In quella di San Michele non ci passa nemmeno un cane, la gente che vuole fare una passeggiata in bici può andare al Poetto”.











