Piero Comandini non lo dice apertamente ma, concordando sul fatto che eventuali primarie per Cagliari siano impossibili da organizzare a due mesi esatti dal voto, fa capire che salvo stravolgimenti sarà Massimo Zedda il candidato a sindaco del centrosinistra: “Ricordo che, a differenza delle regionali, per le Comunali c’è anche un possibile secondo turno. Noi siamo un vero progetto politico e non un cartello elettorale”, così a Radio Casteddu, intervistato da Jacopo Norfo e Paolo Rapeanu. “Qualunque ruolo ci sarà da ricoprire in Regione ci sarò, se Zedda sarà nominato per Cagliari lo sosterremo con lealtà e correttezza. Noi siamo per unire la sinistra e non solo per investire sui nomi, come potremmo fare con Massimo”. Troppo ghiotta la possibilità di riprendersi il capoluogo sardo dopo i cinque anni, bocciati dagli stessi cagliaritani, del governo guidato da Paolo Truzzu.
Per Comandini il ruolo più naturale è quello di presidente del Consiglio regionale, una mossa che consentirebbe di aver tre assessorati sicuri al Pd. Ma anche un altro nome dei democrat potrebbe andare bene, con il segretario del Pd sicuro assessore in una delle caselle già decise con la presidente Alessandra Todde, per esempio gli Affari Generali. Sono previsti altri incontri e telefonate sino a lunedì sera, in modo da arrivare pronti alla data del 9 aprile, quando sarà finalmente svelata, ufficialmente, tutta la Giunta Todde. Ed è sicuro che l’alleanza con i 5 Stelle sarà riproposta, dopo la vittoria alle Regionali, anche in vista del voto del 9 giugno a Cagliari: “Con le nostre divisioni”, ricorda il numero uno sardo del Partito Democratico, “abbiamo permesso a Fratelli d’Italia di passare dal due al ventisette per cento e di portare per la prima volta i fascisti al governo dell’Italia”.
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