A Cagliari il pane costa ancora una fortuna. Sino a 7 euro al chilo, ed è solo il prezzo medio di rosette, manine, bananine al latte, infarinati e insemolati. Significa che ci sono picchi anche superiori, e non è certamente una bella notizia. In città sono poche le panetterie rimaste: negli ultimi mesi c’è stata una chiusura nel rione di Castello, un’altra nel quartiere della Fonsarda, due a San Benedetto ed è sparita anche una rivendita tra La Palma e il quartiere del Sole. I panettieri superstiti fanno i conti con bollette alle stelle e prezzi delle materie prime ancora troppo elevati. E i clienti non ringraziano nemmeno nei market: 3,99 o 4,99 al chilo per varie tipologie di pane, a meno non si trova nulla. Sono decollati, economicamente parlando, anche i grissini, almeno quelli venduti sfusi o che non appartengono ai grandi marchi. La gente acquista sempre meno pani “speciali” e si accontenta di mangiare quelli standard: niente semi o condimenti vari tra mollica e farina, si viaggia assolutamente al risparmio.
E c’è anche una novità, ormai sempre più visibile. Nelle panetterie non si vendono più le baguettes, ormai diventate quasi un’esclusiva dei supermercati, che le propongono in quantità industriale dopo averle scongelate. E la vendita, in quel caso, è a pezzo: anche 50 centesimi per poco più di 150 grammi del famoso filoncino tipico della Francia, ma c’è la sicurezza che non si tratti di pane fresco. Quello, ormai, costa un occhio della testa e a fine giornata ne rimane sempre di più invenduto negli storici forni ma anche nei cassoni dei market e dei centri commerciali.









