Un servizio essenziale per lavoratori e studenti che potrebbe essere sfruttato anche dai tanti turisti che, ogni anno, visitano il territorio ricco di storia e cultura, dai nuraghi alle calde acque termali.
Chiusa e murata, in decadenza e in rovina, si presenta così la stazione ferroviaria di Pabillonis, sbarrata dal 2014: un disagio non indifferente per i pendolari che, da allora, per usufruire del servizio pubblico sulle rotaie, devono emigrare, spesso con mezzi propri, verso San Gavino. Una beffa, poiché la stazione c’è, i treni transitano, a volte sostano per le coincidenze ma non permettendo ai residenti di salire a bordo. Giunge allora la richiesta inoltrata dalle istituzioni locali rappresentate da Riccardo Sanna, per Pabillonis, e Giorgio Zucca, per Sardara, alla presidente della regione Todde per riattivare la fermata con la novità, magari, dell’aggiunta di Terme di Sardara nel tabellone.
“I Comuni da noi rappresentati distanti appena 7 chilometri l’uno dall’altro, al di là delle esigenze dei cittadini, sono luoghi ricchi di storia e di cultura, caratterizzati dalla presenza di siti archeologici, impianti sportivi, importanti aziende agricole, itinerari di turismo rurale e Hotel termali che registrano migliaia di presenze all’anno. Inoltre, il punto strategico in cui è collocata la stazione FS di Pabillonis rappresenta un crocevia dal quale è possibile raggiungere su gomma, in pochi minuti, la S.S.131 oltre alle strade provinciali che conducono alle coste della Marina di Arbus e dell’Oristanese. I treni transitano quotidianamente – si legge nella richiesta – sulla linea ferroviaria, determinando anche lunghe attese da parte degli automobilisti in corrispondenza del passaggio a livello presente, (in quanto spesso i treni sostano per coincidenze in prossimità dell’impianto semaforico ferroviario presente nel medesimo punto) e dunque nessuna variazione di percorso sarebbe necessaria per far scendere i passeggeri nella suddetta fermata”. Insomma, per pendolari e turisti sarebbe un vantaggio poter usufruire dell’importante servizio che dovrebbe spettare soltanto per diritto e che, invece, viene negato da quasi 11 anni.












