Oristano, la mamma di Chiara Carta non risponde al gip. L’avvocato: “Chiederò una consulenza psichiatrica”

Monica Vinci ha fatto scena muta, tenendo gli occhi e la bocca sempre chiusi. La donna, che ha accoltellato a morte la figlia, rischia l’ergastolo. Il suo legale, Giacomo Aste: “Bisogna capire se c’è il tanto per l’infermità mentale”


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Ha fatto scena muta, davanti al gip Federica Fulgheri, Monica Vinci, la donna di 52 anni che ha ammazzato sabato scorso a Silì la figlia di appena 13 anni, Chiara Carta. Occhi e bocca sempre chiusi, la Fulgheri ha potuto solo leggere il capo di imputazione, omicidio volontario aggravato. La Vinci, ancora sotto choc, rimane ricoverata nel reparto di Psichiatria dell’ospedale San Martino, a Oristano. Saranno i medici a comunicare quando sarà possibile trasferire la cinquantaduenne dall’ospedale al carcere di Uta, dove sarà seguita da un centro clinico attrezzato. La donna è difesa dall’avvocato Gianluca Aste, presente mentre la gip faceva le domande: “La mia assistita non ha risposto nemmeno quando le è stato chiesto il suo nome e cognome. È rimasta immobile, catatonica” Il gip ha rievocato tutti gli atti dell’indagine e le gravi contestazioni. “Nominerò un consulente psichiatra per una consulenza, utile a capire prima di tutto lo stato della mia assistita e come poter interagire con lei”. Il pm è Valerio Bagattini.
La verifica medica potrebbe essere utile per capire se può esserci il tanto “per chiedere l’infermità mentale”. Monica Vinci, per il momento, resta ricoverata, ma il trasferimento a Uta potrebbe già avvenire nei prossimi giorni.