Mesina era stato scarcerato venerdì, alla settima richieste delle sue legali: era malato terminale di tumore e voleva morire in Sardegna. Ma qualche ora dopo la scarcerazione è morto a Milano, nel reparto detenuti dell’ospedale San Paolo. Rientrerà nel suo paese solo per il funerale, quindi, in programma oggi, in un clima di alta tensione dopo le recenti scritte minacciose apparse nella facciata di una chiesa campestre contro alcuni istituzioni.
Ma i suoi compaesani guardano oltre ciò che il cognome Mesina e il nome Graziano rappresentano per molti: salutano un uomo che conoscevano molto bene, che amava il suo paese e non si esprimono per i reati commessi durante la sua vita. E i manifesti appesi a nome della comunità testimoniano l’affetto verso Mesina che riposerà per sempre nel cimitero di quel paese arrampicato sui monti nel cuore della Sardegna.













