“No al metanodotto: l’inutile dorsale pagata dai sardi”

Arriva un forte e chiaro e deciso no alla realizzazione di un metanodotto in Sardegna, da parte degli ambientalisti: “Inutile, dannoso e costoso”


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Arriva un forte e chiaro e deciso no alla realizzazione di un metanodotto in Sardegna, da parte delle associazioni ambientaliste. Nel corso di un convegno tenutosi nei giorni scorsi a Sassari il Wwf, Italia Nostra, i comitati, i volontari di Fridays For Future e gli esperti presenti hanno messo in luce le criticità del sistema energetico isolano basato essenzialmente sulle energie di origine fossile e hanno avanzato proposte alternative e concrete perché la Sardegna abbandoni le energie fossili e diventi la prima regione europea Zero CO2.

“La realizzazione di un inutile, obsoleto e costoso metanodotto il cui costo – emerge in queste ore – dovrà essere pagato nelle bollette dei sardi dimostra ulteriormente che questa fonte fossile costituirebbe non solo una nuova servitù energetica per la Sardegna, – affermano in una nota -ma non porterebbe alcun beneficio economico in quanto non ci sarebbe alcuna riduzione del costo delle bollette di famiglie e imprese. Come abbiamo avuto modo di denunciare in diverse occasioni, il progetto di un metanodotto, non chiarisce quale sia la capacità di trasporto annuo e quali siano stati i criteri che hanno portato al dimensionamento della condotta principale, delle sue derivazioni e delle opere accessorie. Insomma un progetto carente sotto l’aspetto della valutazione complessiva dei potenziali impatti cumulativi sulle diverse matrici ambientali e che potrebbe rivelarsi l’ennesimo miraggio, dopo quello industriale che ha lasciato sulla martoriata terra di Sardegna inquinamento, malattia e disoccupazione.”

“In Sardegna si produce un surplus energetico di circa il 35% che viene esportato, ma con i costi ambientali e sanitari scaricati sulla Sardegna e sui cittadini visto che quasi l’80% di questa produzione avviene con carbone e derivati dal petrolio altamente inquinanti e climalteranti. Il metano non risolverebbe queste criticità, si tratta infatti di una fonte fossile di transizione che non costituisce il futuro prossimo ma che manterrebbe la Sardegna in una dimensione di inesorabile arretratezza e sudditanza al mercato internazionale dei combustibili fossili come già avviene per petrolio e carbone”.

Le associazioni ambientaliste propongono che i finanziamenti finalizzati alla metanizzazione della Sardegna siano dirottati verso soluzioni alternative, concrete e attuabili per la Sardegna, basate essenzialmente sul risparmio e sull’incremento dell’efficienza energetica e la produzione distribuita e condivisa di energia da fonte rinnovabile seguendo le strategie per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU e quella nazionale del 2017.

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