Musica ko all’1 a Quartu e pubblicità degli eventi vietata: “Sarà impossibile pagare gli artisti”

Stop alle sponsorizzazioni delle serate con dj o musicisti per i locali, vietato anche chiedere il pagamento di un biglietto. Dopo la decisione della Giunta Milia infuriano le polemiche: “Gli imprenditori non potranno avere più clienti, si sa mai che si arricchiscano troppo: cambiate queste regole”.

La Giunta Milia vara il nuovo regolamento sulla musica dal vivo nei locali pubblici e negli stabilimenti balneari di Quartu e l’associazione turistica cittadina insorge. Si va dal divieto di sponsorizzare le serate musicali e gli eventi, dai manifesti ai social, al silenziamento quasi totale da mezzanotte in settimana e dall’1 il venerdì e il sabato. Obiettivo? Lotta al rumore notturno, principalmente. Il provvedimento dovrà essere portato in Consiglio comunale ed essere votato, non c’è ancora una data sicura sul calendario ma già impazzano le polemiche: “Qualcuno potrebbe pensare che l’amministrazione abbia iniziato una crociata contro le serate danzanti o la musica dal vivo nei bar, nei chioschi, nei discobar della città. Una crociata contro i decibel e la malamovida. Siete i soliti malpensanti. Niente di più sbagliato: gli orari ed i decibel sono già stati normati e riportati , giustamente, entro i limiti, da precedenti ordinanze sindacali. In realtà, il nuovo regolamento sugli intrattenimenti musicali nei pubblici esercizi non impedisce ai gestori dei bar di far ballare i propri clienti: per ovviare al punto uno del regolamento,  basterebbe ballare fra i tavoli o addirittura sopra ai tavoli, visto che aree di un locale specificatamente dedicate sono vietate”, scrive, ironicamente, Roberto Matta, presidente dell’associazione turistica di Quartu Sant’Elena. “Vi assicuro che è fichissimo. Cosi come, per ovviare al fatto che sia vietato pubblicizzare l’evento sui social, esistano sempre le liste broadcast di WhatsApp o le newsletters di cui ogni locale serio ne è dotatissimo. Alla peggio c’è sempre il caro, vecchio, efficacissimo passaparola. Lo scoglio, questo si, invalicabile si presenta quando imponi da regolamento di non poter apporre alcun sovrapprezzo o obbligatorietà nelle consumazioni, perchè l’accesso al tuo locale debba esser gratuito”.

“Così si mette nelle condizioni un gestore nell’impossibilità di pagare gli artisti e quindi di non poter fare più alcun genere di intrattenimento musicale. Magari giusto un po’ di filodiffusione come dal vostro dentista. Quindi, un imprenditore non può ambire ad avere un maggior numero di avventori nel proprio locale, sia mai si arricchisca troppo, e di offrire un servizio di intrattenimento aggiuntivo ai turisti in visita alla nostra città, non può pensare di diversificare con maggiori introiti per meglio far quadrare il bilancio, proprio in questi tempi di costi di gestione alle stelle, in tempi duri di ripresa post pandemia”, prosegue Matta. “Anche, se, di maggiori entrate ce ne sarebbe davvero un gran bisogno. Stessa sorte, se non addirittura peggiore,  per tutti quei professionisti delle categorie a cui appartengono i deejay, i musicisti, i cantanti,  insomma tutti coloro che si occupano di intrattenimento musicale, da oggi saranno disoccupati. Perchè non vi sarà la possibilità di pagare i loro cachet. Viene da chiedersi chi abbia partorito un simile regolamento che dal punto di vista normativo e legale non fa una piega, ineccepibile, ma dal punto di vista del buon senso, per chi si occupa di sviluppo delle attività produttive ed in particolare del settore pubblici esercizi, pone l’ennesimo laccio al rilancio ed alla sostenibilità di un impresa. E allora sotto con altre idee cari gestori… spazio all’inventiva e all’immaginazione. Perchè non proporre una rappresentazione teatrale, un concorso di miss, uno spettacolo di magia, una  coltissima proiezione della trilogia di Krzysztof Kieślowski oppure la proiezione della versione restaurata della corazzata Potemkin, tornata molto d’attualità di questi tempi di conflitti nell’est Europa? In fondo, non si vive di sola musica. Facciamo appello ai membri del nostro Consiglio comunale affinchè, in sede di approvazione di tale regolamento, apportino le dovute correzioni”.


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