Quasi settanta antiche panchine in marmo distrutte e pavimentazione insudiciata da alcolici, urina ed escrementi. Aiuole devastate, graffiti ovunque e spazzatura che intasa le caditoie. E’ la drammatica fotografia delle condizioni della Terrazza Umberto I del Bastione di Saint Remy, uno degli edifici simbolo della città, tra i più visitati dai turisti. A nulla sono serviti vigilanza e telecamere. I vandali, scatenati dopo le restrizioni del Covid, hanno agito indisturbati, massacrando il monumento.
Lo spiega l’amministrazione comunale nelle carte del nuovo progetto di riqualificazione, dove si legge che “dalla riapertura della terrazza e fino a oggi, il monumento ha subito continuativamente atti vandalici da parte di ignoti, malgrado sia stato immediatamente attivato un servizio di sorveglianza e siano state installate telecamere sufficienti a “coprire” l’intera superficie della terrazza”.
Il punto, spiegano i dirigenti, è che la grande estensione (oltre cinquemila mq), la conformazione del luogo e la molteplicità degli accessi non consentono un efficace controllo del sito. Inoltre, si legge nelle carte dell’amministrazione, “recenti eventi legati al Covid 19 e gli effetti che la segregazione ha avuto sulla popolazione giovanile, ha comportato la moltiplicazione degli episodi di ubriachezza molesta, violenza, devastazione e vandalismo. La terrazza Umberto I quindi, proprio per la sua configurazione così favorevole è stata preda di coloro che hanno vandalizzato il bene pubblico”.
Le panche storiche, delle quali oramai non residua più nulla in stato di integrità, sono formate da una lastra in marmo di Carrara appoggiata ad un rocco sospeso in travertino agganciato al parapetto murario.
La condizione delle vecchie lastre è di assoluta fragilità in quanto il materiale (cristallino) ha subito le ingiurie del tempo (sole, salinità, piogge e inquinamento). Il materiale inoltre per sua caratteristica non possiede capacità di flettere e sopportare carichi applicati non idonei.
La pratica di salire in piedi, possibilmente in gruppo, sulle panche, per scattare fotografie ad un’altezza superiore alla quota del parapetto trasparente, applicando al materiale il doppio del peso previsto rispetto a quello di una persona seduta, ha condotto alla inevitabile rottura delle componenti.
La relazione è un bollettino di guerra: sono state distrutte ben 68 panche storiche, due rocchi di appoggio sono stati demoliti, i parapetti in plexiglass sono stati completamente graffitati, alcuni sono stati rotti, molti risultano scheggiati e incisi, sono stati asportati, come “ricordino”, gli elementi strutturali progettati per ancorare i pannelli di plexiglass senza tassellature (vietate dalla Soprintendenza) ma con semplici incastri alle strutture murarie del parapetto marmoreo.
La terrazza presenta inoltre ovunque tracce di escrementi, macchie di vino (o altri alcolici), urina e altre sostanze non meglio identificabili. Le aiuole allestite all’epoca della riapertura con fioriture ed essenze tipiche della macchia sarda sono state completamente devastate, mentre cumuli di immondizie occludono le caditoie rendendo impossibile una efficiente evacuazione delle acque piovane.
“Il panorama generale è di una totale devastazione di un bene che è visitato, malgrado tutto, da increduli turisti e visitatori che non si capacitano di come possa essere ridotta la terrazza più bella di Cagliari”, concludono i dirigenti del Comune.
Il nuovo progetto mira a riportare la terrazza Umberto I al suo originario splendore. I lavori comprendono anche la messa in opera di un sistema di rinforzo delle sedute delle panche.