Il grande caos della sanità nel Cagliaritano, dal Brotzu all’Oncologico, dal Policlinico al Santissima Trinità. Non c’è un solo ospedale che si salvi: lavoratori, pochi e precari, pazienti spesso lasciati senza cure e visite, letti Covid piazzati in strutture che, sin dall’inizio della pandemia, erano rimaste pulite, immacolate, senza nemmeno un contagio. Sono numerose le denunce lanciate dall’Usb Sanità nell’ennesima manifestazione di protesta, a Cagliari, davanti all’assessorato regionale della Sanità: “Non viene garantito il diritto alle cure, mancano operatori infermieri e Oss. Impossibile avere una sanità di qualità, l’assessore Nieddu non ha stabilizzato i tanti lavoratori precari che hanno operato sin dall’inizio del Covid e solo in Sardegna c’è una deroga che permette di stabilizzarne il 50 per cento, creando una guerra tra gli stessi operatori”. Che sono anche vittime di violenze e minacce da parte dei parenti dei malati: “Pagano lo scotto di una mancata politica sanitaria, gestita da in capaci. Ogni giorno vengono aggrediti dagli utenti, distrutti a causa di visite bloccate e liste di attesa lunghe. Bisogna attendere due mesi prima di subire un intervento per un cancro alla mammella, è raccapricciante perchè intanto si formano le metastasi. Nieddu si dimetta, per dignità, lasci spazio a qualcuno anche peggio di lui, e lo stesso lo faccia Solinas. La popolazione è esausta, non ne può più. Hanno creato 60 posti letto Covid al Brotzu e 25 al Policlinico di Monserrato con una delibera unilaterale, è illegittimo, quegli ospedali erano puliti. I lavoratori sono precari e quindi schiavizzati”.
E dagli ospedali arrivano testimonianze choc. Gianfranco Meloni, sino a marzo 2022, è stato Oss al Brotzu, nel settore della Chirurgia: “Tantissimi disagi vissuti dai pazienti perchè non c’è il personale, che non ha avuto le indennità. I malati sono troppo abbandonati, noi tentiamo di coprire e aiutare tutti ma non possiamo dare il cento per cento, e le famiglie protestano. A me non è stato nemmeno dato il bonus Covid”. Dal Policlinico parla Maurizio Cara: “Proprio a causa della mancanza di personale, spessissimo, le notti non è possibile garantire l’assistenza. Due infermiere si sono sentite male, nessuno può sostituirle, così una che operava in Ortopedia ha dovuto occuparsi anche di Chirurgia. E l’Ortopedia è stata trasferita dal Marino con solo 4 infermieri, non bastano”.