Un grido disperato quello delle figlie del Campione Europeo di pugilato,
Cavaliere della Repubblica Italiana, Vincitore dell’Oscar del Pugile Fortunato Manca. A raccontare quanto accaduto è la figlia Carla: “Papà era un uomo giusto, sportivo di fama internazionale e simbolo di dignità. Ho visto scomparire tutto ciò che lo rappresentava: tutti i suoi titoli sportivi, riconoscimenti, foto e ricordi di famiglia che erano custoditi da mia madre.
Anni dopo la morte di mio padre, mia madre si è ammalata ed è improvvisamente peggiorata in alcuni mesi.
La badante, di nazionalità non italiana, allora considerata persona di fiducia, avrebbe approfittato di questi mesi nei quali io ero assorbita da gravi problemi personali, per allontanare mia madre da noi figlie, raccontandole bugie e impedendole di contattarci, essendo lei allettata ed – ultimamente – non autosufficiente.
L’ultima volta che ho parlato con mia madre, lei era perfettamente in grado di badare a sé stessa, nonostante la malattia invalidante.
Ma del repentino peggioramento fisico e mentale non sono stata informata”. Anche ingenti somme di denaro sarebbero state prelevate “con il bancomat di mia madre senza darne giustificazione”, tutto già ampiamente riferito ad avvocati e forze dell’ordine.
“Sono stata contattata solo al momento del ricovero urgente di mia madre in fin di vita e solo su insistenza dei medici. Senza di loro non sarei neppure riuscita a rivederla in vita.
In seguito sono venuta a conoscenza di un testamento, redatto da un notaio a mia madre sconosciuto che ha firmato per lei senza alcuna attestazione medica che ne comprovasse la facoltà di intendere e di volere. Anche l’avvocato che ha seguito la procedura era sconosciuto a mia madre, la quale si avvaleva di ben altri professionisti.
Quest’ultimo avvocato di mia madre, mi ha informato che io e mia sorella eravamo state completamente escluse dall’eredità che andava interamente a beneficio della badante.
Impugnato il testamento, abbiamo proceduto per il sequestro conservativo di beni e conti correnti, ma dalle istituzioni di competenza è stato deciso che la badante potesse abitare nella casa di mia madre.
Informate le forze di competenza dell’ammanco di denaro, della possibile circonvenzione di incapace, del sospetto peggioramento così repentino delle condizioni di salute di mia madre, i militari non hanno dato corso alla querela.
Gli oggetti non rientranti nell’asse ereditario di mia madre, quindi, i nostri beni (anche di valore), le nostre foto e soprattutto i titoli sportivi di mio padre (non rientranti perché i miei genitori erano divorziati), sono rimasti nelle mani della badante.
Ad un recente – e unico – accesso in casa di mia madre, tutto ciò che mi doveva essere restituito non è stato reperito, la casa è sporca, i mobili rovinati dai gatti e la badante mi ha espressamente richiesto di conciliare con la ripartizione dell’eredità. I titoli di mio padre sono spariti”.
A distanza di 5 anni la procedura è ancora in corso, Manca lancia un appello: “Aiutatemi a far conoscere la mia storia con una condivisione. Soltanto insieme a voi posso avere giustizia. Grazie di cuore anche a nome di mia sorella”.












