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Is Mirrionis, nuova facciata della chiesa? “Troppo bella per un quartiere degradato”

di Paolo Rapeanu
25 Novembre 2017
in apertura2, cagliari

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Di Paolo Rapeanu

La chiesa vuole costruire con soldi propri una nuova facciata, il Comune fa uno sgambetto e boccia il progetto. Svetta sicuramente per “originalità” la storia che vede contrapposti da un lato fedeli e parroco della chiesa dei santi Pietro e Paolo a Is Mirrionis e dall’altro l’amministrazione comunale di centrosinistra. I primi vogliono modificare l’ingresso della chiesa, realizzando una nuova facciata alta 11 metri e larga dieci, più due rampe di accesso per anziani e disabili e una pensilina di protezione in legno. Costo totale? Una cifra a quattro zeri, ancora da definire, ma totalmente composta dalle offerte dei parrocchiani. Insomma, soldi di privati. Tutto bene? Manco per idea. Infatti, l’architetto incaricato di realizzare il tutto – Maria Lucia Floris, studio a Quartu Sant’Elena – invia i carteggi al Comune. Che risponde picche.
La lettera finisce nella buca delle lettere della chiesa diretta, ormai da 11 anni, da don Chicco Locci, ai primi di settembre. La firma in calce è della dirigente del servizio di Edilizia privata, Claudia Madeddu. Poche ma chiarissime righe, il passaggio fondamentale è il seguente: la realizzazione del progetto “…comporta oggettivamente un impatto negativo e avulso dal contesto pubblico benchè degradato o privo di qualità architettonica e sui quali si ribadisce un parere negativo…” Tradotto: una facciata nuova e bella stona con via Is Mirrionis e l’intero quartiere, che il Comune stesso definisce “degradato”. Sembra davvero un controsenso: Zedda prima inaugura spazi verdi e riqualifica in parte gli alloggi popolari, poi però riconosce – tramite i suoi uffici – che il rione versa ancora in condizioni, se non pietose, gravi. Di sicuro non ideali per far realizzare una nuova facciata a una chiesa.
E c’è ancora dell’altro. Per realizzare la nuova facciata i fedeli mettono mano al portafoglio, senza chiedere neanche un centesimo bucato al Comune. Gli stessi uffici comunali, però, dopo aver bocciato tutte le carte, partoriscono un’idea: quella di far esprimere “il consiglio comunale” e, prima, “la commissione Urbanistica”. Lì, tra i banchi della chiesa, nessuno parla. Don Chicco Locci è telegrafico: “No comment”. All’orizzonte, però, sarebbe pronto un ricorso al Tar da parte dei vertici della chiesa. “Radio parrocchia” ne è sicura.
Tags: Cagliariis mirrionis
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