Migranti, sempre più tensione tra Sindacati di Polizia e Prefetto

Sempre più duro e acceso lo “scontro” tra i Sindacati di Polizia e Prefettura di Cagliari: “Sulla gestione dei migranti, troppa superficialità, siamo pronti allo sciopero”


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Si fa sempre più aspro e polemico il clima tra le forze di polizia, Prefettura e Regione Sardegna sul fronte migranti. Un botta e risposta tra la tensione che i Sindacati di Polizia, (Sap, Silp-Cgil, Ugl Polizia, Coisp e Uil Polizia) manifestano da tempo,tant’è che proseguono ad oltranza le azioni di protesta, minacciando l’eclatante misura di “autodifesa” con lo sciopero dei poliziotti nel caso in cui (come sta avvenendo), non ci saranno risposte concrete sui problemi legati alla gestione degli stranieri che arrivano in Sardegna: «Abbiamo avuto modo di apprendere le sue dichiarazioni apparse sugli organi di stampa – scrivono i Sindacati di Polizia – se qualcuno preferisce la via del silenzio, noi non intendiamo chinare la testa perché in gioco c’è il rispetto dei poliziotti che rappresentiamo che non si può certo dimenticare per ragioni e dinamiche di palazzo. Afferma che la vigilanza dei cittadini stranieri da espellere spetta alla Questura e non alla Prefettura ed ai suoi collaboratori e che nessuno ha chiesto Voi indicazioni sui dettagli legati all’accoglienza, scaricando le responsabilità ai vertici di via Amat. Volevamo ricordarLe che se il centro di Elmas è stato chiuso è per sua responsabilità, lasciando senza alcuna alternativa la gestione degli stranieri in attesa di espulsione. Certamente Le sfuggono dettagli operativi che spingevano queste OO.SS. a lanciare allarmi già da quando si paventava un’ancora ipotetica chiusura del centro, non per spirito di apparizione, ma per competenza tecnica che doveva fornire spunti per una ottimale risoluzione che puntualmente è stata disattesa. Forse Lei dimentica il suo essere Autorità provinciale di Pubblica Sicurezza che le attribuisce responsabilità generale dell’ordine e sicurezza pubblica, assicurando unità di indirizzo e coordinamento dei compiti delle attività degli ufficiali ed agenti di pubblica sicurezza. In base a questi principi ci sembra fuori luogo che scarichi la responsabilità del fallimento nella gestione dell’immigrazione cittadina; quanto accaduto, senza troppi giri di parole, non è stato un difetto di carattere umanitario, ma una falla nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica. Riteniamo sia ora di concretizzare le belle parole espresse durante le tante passerelle pubbliche, attuando dinamiche volte ad evitare il ripetersi di situazioni sconcertanti come quelle dei giorni scorsi. Vanno determinate urgentemente strutture idonee individuate nel rispetto dei ruoli e delle competenze, agevolando una sinergia nella pluralità degli organismi che cooperano nelle attività. Ciò che è accaduto spinga le parti ad un’attenta riflessione che diventi l’inizio di un lavoro concreto basato sui fatti e non sulle parole. Si resta in attesa di un cortese riscontro richiesto con la precedente nota, ribadendo la volontà di avviare eclatanti azioni, anche a carattere nazionale, se verranno disattese le richieste d’intervento sollecitate».