Si chiama Sa Mariga de s’aggiuru ed è un’anfora itinerante a 2 manici, “simbolo dell’aiuto concreto che si può chiedere e dare per condividere un peso, uno strumento pensato per sensibilizzare” spiega il sindaco Gian Luca Pittoni.
Nelle ultime settimane sta attraversando le scuole e le piazze del Sulcis e oggi, grazie a Elisena Anedda, Assessore ai Servizi Sociali del Comune Santadi, è stata accolta a Masainas, dove starà fino a lunedì, quando sarà portata a Giba per alcuni giorni, prima di raggiungere la tappa successiva, Tratalias.
L’iniziativa, alla quale hanno aderito 13 comuni del Sulcis, è stata ideata da Fabiola Barranca, consigliera comunale di Domusnovas, con l’obiettivo di dare alle donne e a tutti la possibilità di ricevere aiuto e magari uscire da un incubo.
L’anfora arriverà successivamente a San Giovanni Suergiu, a Carbonia e ad Iglesias, da cui partirà per fare ritorno a Domusnovas, da dove è partita il 2 ottobre scorso, nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“Chi lo desidererà potrà inserire in questi giorni disegni, messaggi o denunce, che a dicembre saranno consegnate al Centro antiviolenza di Carbonia.
L’ente provvederà a fornire l’aiuto necessario. Sa mariga de s’aggiuru è un modo per dire a chi soffre che non è solo, le istituzioni ci sono”.
Un tema sempre attuale purtroppo quello della violenza di genere, una ramificazione perversa del modo di concepire il prossimo come un oggetto da sfruttare per i propri interessi, da sottomettere e sminuire, mortificare e annientare. Svuotare della positività che emana, della luce che emette anche solo per invidia e gelosia oppure perché la mente disturbata lo comanda. La violenza fisica è, generalmente, l’ultimo tassello che viene posto dopo il circuito della manipolazione e della menzogna, quella che paradossalmente tiene legata la vittima al carnefice che ha creduto nelle parole e nei gesti idilliaci e pieni di amore del truffatore di sentimenti. Una dinamica pressoché costante quella che segna i quasi quotidiani fatti di cronaca che raccontano di maltrattamenti e violenze, generalmente, tra fidanzati e coniugi, quelle storie che diventano cronaca nera poiché la vittima, troppe volte, non ha più modo per esprimere il suo malessere poiché oramai priva di vita. La mano dell’assassino è quella della persona che amore eterno le aveva giurato: un epilogo che mai smette di colpire profondamente e per il quale scendono in campo istituzioni e associazioni. Questo dell’anfora itinerante può essere un modo per aiutare chi sa di essere in pericolo ma non ha modo o, ancora, la totale presa di coscienza di quanto accade. Non serve tanto, anche solo un biglietto con su scritto “aiuto”. Al resto penseranno gli incaricati, ossia i professionisti dei centri antiviolenza. Il 25 novembre si celebra la giornata contro la violenza di genere, contro i femminicidi, contro chi vuole prevalere con la violenza. Importanti eventi e manifestazioni sono in programma ma è anche bene ricordare quali sono i segnali del pericolo, quali i campanelli di allarme che devono far scattare l’allerta e invitare a fuggire prima che sia troppo tardi. La prevenzione rimane il modo più efficace per divulgare questo malcostume diffuso. La legge parla chiaro, ma niente potrà rendere alla vittima ciò che le è stato portato via dopo aver subito un abuso psicologico, fisico da parte del predatore affettivo.












