È entrata in un tunnel dal quale ne è uscita, dice, “con grossa fatica, e nemmeno totalmente”. Una donna di sessantadue anni che vive nell’hinterland cagliaritano ha portato alla sbarra un uomo, residente a Cagliari, accusandolo di violenza sessuale e tentata estorsione. Sono questi i due capi d’accusa già formulati e che hanno portato all’apertura del processo. Il prossimo undici giugno la donna sarebbe dovuta essere ascoltata dal nuovo collegio dei giudici di primo grado, visto che c’è stata una sostituzione. Ma il nuovo round giudiziario è stato rinviato e la data deve essere ancora comunicata all’avvocato Angelo Schirru (che tutela la badante) e al collega Gianluca Aste (difensore dell’uomo). La vicenda è molto delicata, parlano le carte con tanto di interrogatori e anche la presunta vittima: “Avevo conosciuto quell’uomo perchè assistevo a vari concerti. Mi aveva intenerito perchè mi parlava sempre male della compagna”. Le frequentazioni si sono fatte sempre più fitte, nonostante la donna all’epoca fosse sposata. E, almeno in un’occasione, in una notte di agosto 2015, sarebbe scattata la violenza sessuale: “Non volevo avere nessun rapporto, ma lui mi ha obbligata e sono potuta fuggire solo la mattina successiva”, racconta la donna. L’uomo avrebbe continuato a mandarle messaggi sul cellulare con minacce, tanto che in un’occasione è dovuto intervenire il figlio della badante, invitando l’uomo a non contattare più la madre.
Il processo, ormai, è alle battute finali. La donna dovrà essere nuovamente ascoltata perchè nel frattempo c’è stato un cambio nella triade di giudici del tribunale. Il legale Angelo Shirru, che difende la donna, preferisce non rilasciare dichiarazioni in questa fase. Tutte le prove, inclusi alcuni messaggi che la 62enne avrebbe ricevuto dall’attuale compagna dell’uomo, sono stati consegnati in tribunale. Giovanni Aste è l’avvocato che difende il musicista che, in caso di condanna, rischia ben oltre dieci anni di carcere. In caso di pene cumulate si supererebbero i venti: Confidiamo nella giustizia e il mio assistito è sicuro di provare la sua totale estranità ai fatti”. Oggi la donna vive a molti chilometri di distanza da Cagliari: “Porto ancora dentro corpo alcuni segni della sua cieca violenza”.









