No, non c’è pace per i tanti sardi, ma anche turisti, che scelgono di utilizzare la nave per raggiungere la Sardegna. O Grimaldi o a nuoto, praticamente. E i disagi e le lamentele per imbarcazioni troppo piccole rispetto al numero dei biglietti staccati vanno avanti anche tra Natale e Capodanno. Una tratta lunga 15 ore, con scalo ad Arbatax dopo la partenza da Civitavecchia e arrivo al porto di Cagliari. Il caos inizia già quando si deve parcheggiare, tra attese lunghe e snervanti. Ma è entrando dentro, nella pancia della nave, che inizia l’odissea. Alla faccia della continuità territoriale, verrebbe da dire. Si paga meno, certo, ma a quali condizioni? “Vergognose”, tuona Jonathan Dibilio, tecnico informatico 35enne di Cagliari. Viaggio pagato 219 euro per lui e la compagna, otto euro a testa per avere la poltrona: “Ma stiamo viaggiando su una nave merci con sessanta poltrone e novanta cabine, talmente piccola e piena che c’è ka gente in lista d’attesa per le cabine e le poltrone. Non ci sono abbastanza tavoli per mangiare, c’è chi è andato sul ponte al freddo pur di trovare un punto di appoggio”. Situazioni quasi disumane, insomma.
E Dibilio è abituato a simili scene, a differenza dei vacanzieri: “Da sardo dico che la Regione deve fare qualcosa, è impossibile utilizzare navi del genere in un periodo festivo, vanno potenziate anche le rotte. Anche oggi, come all’andata qualche giorno fa, ci sono disabili che rischiano di restare senza cabina. Anzi, all’andata è proprio successo”. E come mai? “Non c’erano abbastanza posti letto”.












