In millecinquecento per Enrico Letta in piazza del Carmine a Cagliari. Meno sostenitori rispetto a quelli arrivati venerdì scorso per sentire Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e un comizio che è durato poco più di quaranta minuti, subito dopo la presentazione di tutti i candidati sardi. Letta, che con il suo Pd è stato tra i partiti sostenitori di Mario Draghi, ha dedicato varie parti del suo intervento ad attaccare il centrodestra e soprattutto la principale sfidante, sondaggi alla mano, cioè proprio la Meloni: “L’Italia non può tornare indietro, ha parlato al partito spagnolo Vox, quello dei franchisti, ancora prima di condurre una campagna elettorale con toni che sembrano tranquilli. Lei, con Berlusconi, ha portato l’inflazione ad altissimi livelli e hanno sempre favorito gli evasori. Noi, invece, vogliamo abbassare le tasse e permettere ai giovani di avere da subito un primo lavoro e non uno stage. Devono poter andare via di casa a 24 anni, come in tutta Europa, non a trenta, poter accedere a un mutuo per costruirsi un futuro”. Non si sono registrate particolari contestazioni e non c’è stata nessuna invasione di palco, durante il comizio di Letta. Solo un gruppo di giovani, tenuti a distanza dalle forze dell’ordine, hanno mostrato un cartello con la scritta “No Meloni, no Letta, Sardigna Natzione”.
“La sfida è tra noi e il centrodestra, non ci sono altre alternative. La sanità in Sardegna è disastrosa, con il voto del 25 settembre, qui, possiamo far terminare il governo di Solinas”. Poi, un passaggio netto sulla difesa dei vaccini nei due anni e mezzo della pandemia: “E noi stiamo con Roberto Speranza, nostro candidato a Napoli. Non dobbiamo permettere che questa destra possa arrivare al governo dell’Italia, l’unico voto utile è quello dato a noi”.












