“Le frecce tricolori? Belle, come sempre, ma che fatica rientrare a casa”: si potrebbe riassumere così l’evento clou dell’ estate che, nonostante le aspre polemiche dovute ai costi, ha richiamato cento mila persone al Poetto che hanno applaudito le acrobazie in aria dei piloti dell’Aeronautica militare nazionale. I colori della bandiera italiana hanno colorato il cielo, dalla Sella del Diavolo in poi le tonalità cristalline del mare si sono ben amalgamate con il verde, bianco e rosso dei fumi lanciati dalla pattuglia acrobatica: tutti con il naso all’insù e immancabili smartphone e macchine fotografiche per riprendere l’evento. Verso le 18,30 le frecce tricolori hanno salutato il pubblico che, con ancora impresse le immagini dell’esibizione, si è pacatamente diretto verso la via del ritorno. I più fortunati, qualche centinaio di persone, sono riusciti a prendere i primi bus: per tutti gli altri, invece, è iniziata una vera e propria odissea, ossia quella della lunga attesa, estenuante, in piedi o in coda in macchina. Infatti il traffico è andato in tilt anche a causa di due incidenti che si sono verificati contemporaneamente nell’asse mediano e nella rotonda del Marino. Bus e auto bloccate e migliaia di persone che, sino all’imbrunire, sono rimaste ferme. I “pochi” miracolati che sono riusciti a salire nei pochi bus che passavano, hanno viaggiato ammassati, stretti come sardine, incastrati come tetris, per oltre un’ora prima di raggiungere piazza Matteotti. Chi non ha avuto pazienza di aspettare, ha percorso a piedi la strada. Non solo: in tanti hanno accolto le indicazioni da parte delle istituzioni e hanno viaggiato esclusivamente con i mezzi pubblici. Chi era diretto nel Medio Campidano- Oristano solo alle 22 è riuscito a prendere il treno. Era prevedibile che le acrobazie in aria della pattuglia nazionale dell’Aeronautica militare avrebbero richiamato una folla oceanica e la macchina organizzativa messa in campo dal comune avrebbe dovuto garantire un percorso fruibile per tutti. Così purtroppo, per tanti, non è stato.











