Lacrime a Solanas per Massimiliano Lilliu: “Saresti diventato chef in un ristorante stellato”

Chiuso per lutto il Vanity Beach, lo stabilimento dove lavorava il cuoco 33enne ucciso ieri a Cagliari: “Sei stato un raggio di sole in mezzo alla guerra di una stagione lavorativa estiva. L’ingiustizia è non aver più in terra la vita preziosa di un meraviglioso e giovanissimo ragazzo”


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Lacrime al Vanity Beach di Solanas. Lo stabilimento dove lavorava Massimiliano Lilliu, il cuoco di 33 anni ucciso ieri nel su appartamento di via delle Doline a Cagliari, da un coinquilino che, all’alba, l’ha colpito con diverse coltellate per futili motivi.
“ Eri un GIUSTO, nel luogo e nel momento sbagliato”, scrivono i colleghi dello stabilimento che oggi è chiuso per lutto, “Sei stato un raggio di sole in mezzo alla guerra di una stagione lavorativa estiva. il tuo sorriso e la tua professionalità mi dava forza. Al colloquio non hai svelato quanto fossi bravo. Perché la tua umiltà era immensa.
Avevi un gran futuro davanti, sapendo che per il Vanity sarebbe stato solo un fortunato passaggio, a fine serata pensavamo a quando saresti diventato uno Chef in un ristornate stellato. Ne avresti voluto aprire uno tutto tuo. Tu non eri solo  “un cuoco”. Tu eri un gran lavoratore, che amava quel che faceva, difendevi i tuoi colleghi, aiutavi la tua titolare a tirar fuori il meglio, e non avevi paura del carico del lavoro, anzi,  mi spingevi a proporre cose nuove, nonostante questo potesse farti stancare e aumentare le ore lavorative.
Eri un ragazzo completamente diverso dalla massa. Non volevi  avere sussidi, li odiavi, eri felice di guadagnarti il vivere. Per questo hai accettato la mia proposta lavorativa. Cercavi di mantenere l’armonia. Volevi fare sempre di più, ma non per te. “Francy tu hai investito”. Mi hai detto ad una riunione , incoraggiandomi a non arrendermi con il mio nuovo menu. Puntuale, capace, volenteroso. È difficile ora non averti. Sarà complicatissimo  continuare. Quando passa un anima così pura nella tua vita, l’assenza crea dolore. Non avrei mai voluto scrivere pubblicamente, ma mi sento moralmente costretta, perché leggo solo dell’ingiustizia di non aver tenuto in carcere uno psicopatico. L’ingiustizia è non aver più in terra la vita preziosa di un meraviglioso e giovanissimo ragazzo”.


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