Per fare la spesa, riuscire a mangiare e a pagare le bollette i pensionati cagliaritani sono spesso costretti a chiedere un prestito a tassi altissimi che poi, come in una perversa spirale, a un certo punto non riescono più a pagare. L’ultima frontiera della assurda speculazione che sta rendendo impossibile vivere, con stipendi fermi da anni e prezzi di qualunque cosa in folle e costante aumento, è la lotta a un’inflazione che non vuole fermarsi: dopo il leggerissimo calo di aprile, a maggio si è registrato un aumento dei prezzi del 6,9% su base annua e dello 0,9% su base mensile. Per trovare un dato peggiore dobbiamo risalire al 1986, ovvero a 36 anni fa.
E così, piegati dalla pandemia prima e dalla guerra poi, a pagare le conseguenze sono come sempre gli anelli più deboli della catena: famiglie, anziani pensionati, piccoli imprenditori che negli anni del Covid hanno dovuto chiudere. Ma il peggio doveva ancora arrivare, e il peggio è faticare anche a comprarsi da mangiare, con prezzi assurdi e aumenti quotidiani, che gridano vendetta ma che non sembrano all’attenzione di chi potrebbe e dovrebbe indagare su cosa sta succedendo.
“C’è un aumento paranoico, in alcuni casi scorretto. Mangiare è indispensabile, abbiamo scoperto che tanti anziani, per pagare le bollette, chiedono prestiti e finiscono nei guai perché sono già in azione una caterva di caimani, con tassi assurdi che poi vanno pagati”, dice Giuliano Frau dell’Adoc Sardegna. Che non è ottimista sul futuro (“O intervengono le Forze dell’ordine o ci attendono altri mesi maledetti”) e invita alla disobbedienza civile: “Nessuno deve fare la spesa per un giorno”, sottolineando come gli aumenti si registrino ormai anche nei discount e come i disoccupati riescano a vivere spesso grazie ai pochi euro, 500 o poco più, di pensione dei genitori.
Non va meglio sul fronte benzina: dopo una breve illusione, il taglio delle accise del governo non sta fermando la risalita della benzina, a Cagliari come anche nell’hinterland. Dieci centesimi di aumento a maggio, benzina a 1,93 e diesel a 1,82.
Aumenti che interessano tutti gli italiani, ma In Sardegna il conto è persino più salato che nel resto d’Italia, con i prezzi impazziti e le famiglie in ginocchio che non riescono ad arrivare a fine mese: aumenti di benzina, gas, cibo e tutti i beni al dettaglio a fronte di stipendi fermi da anni hanno creato un corto circuito difficile da disinnescare, soprattutto perché dovuto non solo all’inflazione ma anche a manovre speculative. Su cui, evidentemente, a nessuno interessa fare chiarezza.










