Il Psd’Az da Lussu a Pontida e un ritorno senza ritorno, sparito dalla politica sarda: era probabilmente l’unica fine possibile dopo le vicende degli ultimi anni. Gli ultimi tre consiglieri regionali che ancora resistevano sono passati armi e bagagli a Forza Italia, stufi di mancate risposte e prepotenze, come loro hanno più volte denunciato. E così il Partito sardo d’Azione, lo storico partito dei 4 Mori fondato da Emilio Lussu nel 1921, sparisce dal consiglio regionale dopo essere scomparso a giugno scorso dai consigli comunali delle principali città della Sardegna, da Cagliari a Sassari fino ad Alghero. Un epilogo clamoroso, per il partito di Emilio Lussu, fonte di orgoglio per intere generazioni e incarnazione della sardità nella politica.
Il Partidu Sardu è nato per volontà di Lussu e di altri ex-combattenti della prima guerra mondiale, provenienti principalmente dalla Brigata Sassari, su un programma autonomista. Dopo una lunga militanza nell’area di centrosinistra, i primi tentennamenti e le alleanze con governi regionali di centrodestra, fino alla svolta del 2018 quando l’alleanza con la Lega di Salvini ha riportato i Quattro Mori in Senato, facendo eleggere quello che poi sarebbe diventato il presidente della Regione dal 2019 al 2024, Christian Solinas, segretario del partito. Un’alleanza, quella con la Lega di Salvini, che aveva assicurato un trionfo ai sardisti alle elezioni del 2019, in due avevano superato il 25% dei consensi, ma che è stato messo subito a dura prova dalla pandemia prima e dai primi contrasti interni poi.
Un’alleanza che ha visto Solinas regolarmente a Pontida, sempre in prima linea a sostenere Salvini, mai incerto sul da farsi nonostante le critiche e le progressive prese di distanza da parte di alcuni iscritti. Un’alleanza di ferro, quella con Salvini, durata fino alla mancata ricandidatura di Solinas alle regionali di febbraio: una vicenda che ha segnato un punto di non ritorno per il Psd’az. Dilaniato dai contrasti interni, logorato dai personalismi, polverizzato da un congresso, da molti ritenuto una farsa, che ha riconfermato Solinas segretario e Antonio Moro presidente, il partito di Lussu non è più riuscito a riprendersi né a fermare la grande fuga di pezzi da novanta e, soprattutto, di fedelissimi dell’ex governatore, diventati i suoi principali accusatori.
Il Psd’Az a giugno scorso è sparito dai consigli comunali di Cagliari, Sassari e Alghero, punito da un flop di consensi mai così eclatante, che ha ulteriormente peggiorato il clima. Tanto da causare un picco di abbandoni, clamoroso quello del super fedelissimo Quirico Sanna, con tanto di accuse nero su bianco.
Ma Solinas tiene botta e assicura che il Psd’az gode di ottima salute: “In oltre un secolo di storia ha conosciuto scissioni e abbandoni ben più significativi di qualche eletto che nella sua vita politica non è certo nato sardista e nel partito ha solo fatto uno scalo tecnico quando ha intravisto la possibilità di ottenere qualcosa. Oggi si consuma semplicemente il rito antico del trasformismo più becero: tre eletti nelle liste di un partito cambiano casacca”.