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Spazi da dividere, spesso tra estranei, che diventano tutto d’un tratto insufficienti. La regola la detta il Coronavirus: distanze sociali da mantenere, e per i bed and breakfast si apre una parabola, chissà quanto lunga, di crisi. Le prenotazioni? Quasi inesistenti: di turisti stranieri nemmeno l’ombra, e siamo a giugno. Camere vuote e, in alcuni casi, destinate a rimanere “immacolate” a lungo. Sì, perchè le distanze da dover rispettare, per molti titolari di b&b, rappresentano uno scoglio impossibile da superare. Il motivo principale? La paura di possibili contagi. E così, l’estate 2020 segna la chiusura a tempo indeterminato, ma anche la non apertura, di più di una struttura. In via Catalani, dal 2006, Andrea Pes gestisce un bed and breakfast. Tre camere graziose, colazione assicurata e tanti sardi e stranieri che hanno soggiornato da lui per una o più notti. Adesso, il de profundis: “Ho 67 anni, sono un ex insegnante in pensione, con l’affitto delle stanze arrotondavo la mia pensione. Ho deciso tenere chiusa la struttura per almeno un anno, ma non sono sicuro di riaprirla. Sono in una fascia d’età a rischio per i contagi, ho ricevuto qualche richiesta nei mesi scorsi ma, a tutti, ho risposto che la struttura è chiusa. Motivi di sicurezza, certo, ma anche procedure troppo complicate da seguire. Per me sarà una perdita economica, per fortuna mi rimane la pensione”, sospira Pes.
E c’è anche chi ha scelto di non inaugurare più il b&b arredato e concluso nei mesi scorsi. È il caso di Fabrizio Lebiu, 46enne di Cagliari. In viale Regina Margherita le tre stanze sono pronte “da marzo, ma non posso correre il rischio di far condividere degli spazi ristretti, tra camere e corridoi. Voglio salvaguardare la salute mia e dei miei futuri clienti, il progetto è stato totalmente accantonato e cercherò di affittare la struttura come casa vacanze per periodi brevi a delle famiglie. L’area comune per le colazioni sarebbe rischiosa, a meno che non ci siano spazi ampi. Le regole del Governo sull’accoglienza? Sono troppo generali e riguardano, in generale, il settore alberghiero”.