La vacanza dal 13 al 15 agosto nel nord Sardegna, “tra Olbia e San Teodoro”, il ritorno al lavoro come commesso in un negozio dell’hinterland cagliaritano “dal 16 al 23” e, nel frattempo, l’arrivo dei tanti aggiornamenti che segnalavano un aumento dei casi di contagio proprio nella punta più settentrionale dell’Isola. E allora Martino Vacca, 26enne di Segariu, la settimana scorsa, sfruttando altri giorni di ferie, ha deciso di fare il tampone: “Alla Assl di Sanluri. Sono risultato positivo al Coronavirus. Obbligo di quarantena con sorveglianza attiva”, così si legge nel foglio ufficiale ricevuto dall’Ats. E lui, subito, avvisa i suoi amici: “Li avevo visti tutti nei giorni scorsi. Hanno fatto il tampone anche loro, per fortuna sono negativi”. Ma in un paese piccolo, purtroppo, basta un sibilo per creare, nel giro di breve tempo, un tornado. Il giovane inizia a ricevere strani messaggi: “In chat Faceook e Instagram, persone sconosciute mi hanno chiesto se ero davvero positivo e perchè me ne stessi andando in giro per il paese e per il circondario. Tutto falso, sono chiuso in casa praticamente dal 24 agosto”, racconta. Giura di essere uscito solo per andare a fare il tampone.
Un “incubo”, quello che ancora vive Martino Vacca, che l’ha portato anche a pubblicare un lungo post di chiarimenti nel suo profilo personale Facebook. “Non mi sono mai mosso dalla mia abitazione, i miei familiari sono tutti negativi. Certo, capisco che se uno ha dei dubbi o dei timori è giusto che possa toglierseli, ma dire falsità è tutta un’altra cosa. Il dieci settembre dovrei fare il nuovo tampone”. Scontato dire che il ragazzo spera che sia negativo. Così come è altrettanto ovvio che, da qui sino a quella data, nessuno gli invii più messaggi “accusatori”: “Non sono un untore, ho sempre rispettato le regole. Sono anche asintomatico”.












