Storie di persone che hanno studiato, tanto, in gioventù, per poter poi svolgere il lavoro per il quale hanno appunto trascorso ore e ore sui libri. Poi, si arriva a 51 anni è si è precari. Come nel caso di Maria Serra, biologa al Binaghi: “Ho il contratto sino ad agosto 2019, poi non ci sono certezze. Ho un figlio di diciassette anni al quale dico sempre che studiare paga, nel mio caso invece no”, afferma, sconsolata, la donna. “Per fortuna mio marito lavora, sennò non mi sarei mai potuta creare una familia”.
“Vivo nello stress, tra contratti che si rinnovano in automatico, a volte, o che portano ad attendere anche cinque mesi”. E, in quei casi, “si resta a casa ad aspettare. Rischio di dover dire addio a 1800 euro al mese, eppure sono sicura di meritarmi la stabilizzazione. D’altronde”, osserva la Serra, “se mi hanno sempre rinnovato il contratto, forse forse valgo e so fare il mio lavoro bene?”.








