Il carcere di Uta è ormai simile all’inferno. A dirlo sono gli stessi poliziotti che, ormai stremati, lanciano l’ennesimo sos: “Oggi un agente, mentre stava intervenendo per bloccare un detenuto che stava cercando di sferrare un pugno ad un collega, è caduto e si è infortunato al braccio e alla spalla. È stato poi preso a sputi in faccia dallo stesso detenuto che, subito dopo, è rientrato in cella e ha distrutto ogni cosa”, denuncia Michele Cireddu della Uil. “Abbiamo chiesto al provveditore di trasferirlo con urgenza, ha già causato in 13 occasioni infortuni agli agenti. Servono interventi urgenti ed immediati, non si può continuare in questo modo, così non si rappresenta lo Stato, è una condanna a subire ogni tipo di umiliazione e di sopruso”.
“Costringere il personale a subire queste umiliazioni significa svilire un corpo di polizia e relegare i propri appartenenti ad essere le vittime sacrificali di un sistema catastrofico e letteralmente da rifondare”, attacca Cireddu. “Le minacce, le offese gravi, le aggressioni, gli sputi in faccia sono ormai all’ordine del turno. Permettere tutto questo significa a nostro avviso essere complici di un sistema che va rifondato immediatamente. I nostri poliziotti sono ormai allo stremo e soprattutto gestire quella sezione infernale è diventato umiliante ed impossibile. Se il provveditore, nell’immediatezza, non prenderà i provvedimenti che abbiamo chiesto, la Uil ed il personale di Uta manifesteranno davanti al provveditorato per sollecitare interventi urgentissimi, percheè in queste condizioni non si può più lavorare”.









