Il Gruppo d’intervento giuridico (GrIG) ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Cagliari chiedendo che, oltre ai reati di incendio doloso e distruzione di habitat naturale protetto, si indaghi per il reato di strage in relazione al devastante incendio che domenica 27 luglio ha colpito Punta Molentis, nel territorio di Villasimius. L’associazione ecologista ritiene che l’autore – o gli autori – del rogo non potesse ignorare il rischio concreto di mettere in pericolo la vita di centinaia di persone.
Nelle ore più drammatiche, la spiaggia era affollata da bagnanti e il vento di maestrale ha rapidamente spinto le fiamme lungo la stretta valle che conduce al mare, in un’area con una sola via di accesso e un parcheggio limitato. Oltre 200 persone sono state evacuate, molte delle quali tratte in salvo via mare dalla Guardia costiera, mentre le squadre antincendio, con il supporto dei mezzi aerei, lottavano per contenere l’avanzata del fuoco.
Il GrIG ha chiesto anche l’intervento del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, che sta conducendo le indagini, e ha chiesto verifiche sull’eventuale mancato rispetto delle misure di prevenzione previste dal piano regionale antincendi. Tra i punti critici segnalati, la gestione del parcheggio, la viabilità di accesso e l’applicazione delle norme sulla sicurezza in aree ad alto rischio.
L’incendio ha provocato danni enormi: distrutta la vegetazione, inceneriti veicoli, compromesse strutture temporanee a servizio della balneazione. Ma soprattutto è stata colpita un’area di altissimo pregio ambientale, sottoposta a vincoli paesaggistici e parte della zona speciale di conservazione “Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis”, tutelata dalla normativa europea.
“La responsabilità di chi ha appiccato il fuoco è gravissima – sottolinea il GrIG – e deve essere perseguita con fermezza. Appiccare un incendio in una zona affollata, in condizioni meteo critiche, significa accettare il rischio di provocare una strage”.
Il disastro di Punta Molentis si inserisce in un’estate nera per la Sardegna: decine di migliaia di ettari già andati in fumo, centinaia di incendi (molti di origine dolosa), oltre quaranta roghi registrati nella sola giornata del 28 luglio. E, come ogni anno, organici ridotti all’osso e pochi incendiari effettivamente puniti.
L’associazione rilancia quindi la proposta del Daspo ambientale per tenere lontani dai territori sensibili i soggetti ritenuti pericolosi per il patrimonio naturale. E invita tutti i cittadini a segnalare tempestivamente ogni principio d’incendio al numero verde 1515, fondamentale per attivare un intervento rapido e salvare vite, boschi e coste.
Ma avverte: “Serve un salto di qualità. Per disastri ambientali come questo, vent’anni di carcere non sarebbero troppi”.












