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In Sardegna sempre meno stranieri, don Lai: “Dobbiamo offrire percorsi di integrazione e inclusione”

di Paolo Rapeanu
20 Giugno 2023
in sardegna, zapertura1

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In Sardegna sempre meno stranieri, don Lai: “Dobbiamo offrire percorsi di integrazione e inclusione”

Accoglienza, integrazione e nuove generazioni di immigrati tra i temi affrontati durante la Giornata mondiale del rifugiato, cge si è svolta nella Sala Affreschi del Comune di Quartu Sant’Elena, nell’ambito del progetto SAI San Fulgenzio portato avanti dalla Chiesa di Cagliari – attraverso la Fondazione Caritas San Saturnino – e dal Comune di Quartu Sant’Elena. “Nel 2022 abbiamo contato la cifra record di 110 milioni di rifugiati nel mondo, 44 milioni dei quali sono minorenni – ha esordito il sindaco Graziano Milia – . Sono numeri impressionanti e dobbiamo quindi avere la capacità di affrontare questo problema, consci del momento storico che stiamo vivendo, perché col passare del tempo la situazione potrebbe diventare ancora più preoccupante. Purtroppo troppo spesso ci si dimentica delle tante guerre e crisi internazionali che affliggono il mondo. Nessuno ad esempio parla più di Siria, un disastro che abbiamo contributo a generare. Ma penso anche alla Tunisia, all’Egitto. La capacità della nostra società di affrontare queste questioni è sempre più bassa. E il problema è nella nostra cultura. Pertanto – ha proseguito il Primo Cittadino – condivido la volontà di Papa Francesco di ricordare e sottolineare spesso questo problema. E lo stesso dobbiamo fare noi. Impegnandoci a promuovere con estrema costanza il sostegno, l’accoglienza, la formazione, l’istruzione. Noi siamo onorati di poter ospitare questa Giornata a Quartu e siamo a disposizione per tutto quello che sarà necessario e potremo fare con le nostre possibilità”. Nel 2022 350mila i richiedenti asilo presenti in Italia, di cui il 41% provenienti dall’Ucraina, come ricordato dal direttore della Caritas diocesana don Marco Lai che ha coordinato i lavori: “È un fenomeno che riguarda l’umanità, in una dimensione transnazionale che ci dimostra che non c’è progresso senza incontro, e ciò genera le grandi civiltà”. In Sardegna 48.400 sono gli immigrati presenti: “Un’opportunità anche per il nostro territorio locale, segnato da deriva demografica, che occorre valorizzare offrendo percorsi di reale integrazione e valorizzazione delle persone”.

 

 

 

 

La consapevolezza che la libertà di partire debba essere connessa a quella di restare e che ciò sia possibile solo se ci sono condizioni di vita dignitose, come ricordato nel messaggio dell’arcivescovo Giuseppe Baturi che non ha potuto partecipare all’iniziativa, è il tema al centro anche della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato “Liberi di scegliere se migrare o restare”, che si terrà il prossimo 24 settembre. Lo stesso arcivescovo nel suo testo ha ricordato che “i processi di integrazione fanno bene anche a chi accoglie perché permettono la formazione di una cultura aperta e capace di comprendere il tempo che viviamo, capace di dare speranza, promuovendo un’azione sociale che tenda allo sviluppo integrale dell’uomo, in grado di coniugare presente e futuro”. “I popoli in fuga dalle guerre – ha detto l’assessora regionale al Lavoro Ada Lai – dalle persecuzioni, dai disastri ambientali, dallo sfruttamento e dalla fame devono essere considerati una risorsa per la nostra società. Dobbiamo essere in grado di offrire loro un’opportunità, oltre che il bene prezioso della libertà e della speranza. L’integrazione passa per il lavoro, con il suo valore simbolico e materiale. Il lavoro, infatti, al di là dell’aspetto strettamente economico, legato alla sussistenza personale, innesca dinamiche positive individuali e sociali. Ricordo altresì che lo stesso PNRR prevede l’inclusione come precondizione per ogni progetto. L’immigrazione è una sfida epocale – ha ribadito- non solo per i paesi che si affacciano nel Mediterraneo, ma per tutta l’Europa. Ci riguarda tutti, nessuno escluso. Viviamo un tempo di cambiamenti e di grandi movimenti di persone, ma la storia ci insegna che le migrazioni sono sempre esistite. Per questo la crescita dei flussi migratori, che oggi suscita solidarietà ma anche reazioni di paura, deve essere non solo governata, ma anche spiegata e compresa, per decifrare l’attualità e il contesto socio-economico dei nostri tempi”. Tra gli interventi, quello di Marco Sechi della Regione Sardegn, che ha illustrato il Piano Annuale Regionale per l’immigrazione e le politiche di inclusione socio-lavorativa, già condiviso con la Consulta regionale dell’Immigrazione, che quest’anno prevede la pubblicazione di un avviso in favore delle associazioni del territorio per la realizzazione di progetti finalizzati all’inclusione socio-lavorativa delle seconde generazioni. Il Comune di Quartu resta in prima linea sul tema immigrazione. “L’Amministrazione sta facendo tutto quanto è nelle sue possibilità, aderendo anche alla formazione posta in essere dalla Prefettura, per dare risposte a queste persone – ha dichiarato la dirigente dei Servizi sociali Lorena Cordeddu -. Nonostante ciò con la carenza di personale fatica a dare risposte. Occorrerebbero infatti figure professionali dedicate, che vadano oltre la progettualità casuale. Sarebbe pertanto opportuno puntualizzare già nell’ambito del Piano annuale la necessità di un sistema di servizi istituzionale consolidato e capillare nel territorio. Potremmo così dar gambe a un sistema di servizi stabile e continuativo nel tempo”. “Il fenomeno migratorio – ha aggiunto l’Aassessore comunale alle Politiche Sociali Marco Camboni – interessa profughi che scappano dalle guerre, dalle crisi alimentari, dall’emergenza climatica. E noi spesso non siamo pronti. Perché l’inclusione non è solo accettare le persone che arrivano da un’altra cultura, la comunità deve anche saper offrire a questi uomini e a queste donne le stesse opportunità anche se quella persona vuole mantenere la sua diversità. Ecco perché più che di integrazione bisogna parlare di inclusione. Nel Comune di Quartu accogliamo 2600 cittadini stranieri ed extracomunitari, alcuni dei quali frequentano la scuola, altri lavorano – ha poi spiegato -. A causa della pandemia e poi anche della guerra in Ucraina il numero è aumentato, e molti hanno dovuto ricorrere al sostegno pubblico. L’impegno da parte nostra non è di certo mancato e ha portato alla creazione di uno sportello per gli stranieri, all’avvio di interventi per la fruizione dei servizi territoriali e al finanziamento di progetti di inclusione sociale dedicati soprattutto ai ragazzi. E le risposte sono state importanti: i ragazzi sono stati pienamente coinvolti e ci hanno raccontato le loro speranze, condividendo con noi il sorriso”. Il SAI San Fulgenzio – uno dei 15 presenti a maggio 2023 nell’Isola (di cui 4 dedicati a minori stranieri non accompagnati), con 397 posti disponibili complessivamente – nel 2022 ha accolto 52 persone, per la maggior parte titolari di protezione sussidiaria e speciale. Nell’ambito dello stesso progetto sono stati attivati anche alcuni tirocini formativi, per favorire l’inserimento lavorativo dei ragazzi. Inoltre, non va dimenticato il servizio di accoglienza nei CAS – Centri di accoglienza straordinaria: 1186 ospiti al 31 dicembre 2022 nei CAS dell’Isola; quelli della Caritas (6 in tutto) accolgono 162 ospiti, di cui 55 minori, per la maggior parte di nazionalità ucraina. Tra i temi affrontati durante la Giornata mondiale del Rifugiato 2023 nell’ambito del progetto SAI San Fulgenzio, anche quello relativo all’integrazione delle seconde generazioni di immigrati, con le testimonianze di alcuni giovani immigrati cresciuti nell’Isola. È stata inoltre l’occasione per presentare la mostra “Nuove generazioni, i volti giovani dell’Italia multietnica”, visitabile nella Casa Museo Sa Dom’e Farra (via Eligio Porcu 143) oggi martedì 20 giugno dalle 16 alle 20; domani mercoledì 21 giugno dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, e giovedì 22 giugno dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.

Tags: Sardegnastranieri
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